C’erano mille altri modi per ricordare Pietro Ingrao. Ma la decisione di intitolare la piazza centrale di Lenola al concittadino più illustre, già presidente della Camera dei deputati ed esponente di spicco del Partito comunista italiano, non è piaciuta a tutti. Al di là di appartenenze e fedi politiche, sulla decisione del governo cittadino di sfrattare Cavour per fare posto a Ingrao si è alzato un coro di polemiche. «È una vergogna», ha sostenuto qualcuno. All’amministrazione comunale del sindaco Andrea Antogiovanni, che ha stabilito di cambiare nome al “cuore” del paese, viene rimproverato di aver compiuto una scelta così radicale senza aver interpellato nessuno. Nessun confronto, nessun tentativo di sondare il terreno per capire come avrebbero reagito i cittadini. Il consigliere di opposizione del gruppo “Per Lenola”, Severino Marrocco, con toni pacati boccia la scelta. Pur riconoscendo l’importanza di Ingrao nella politica italiana, non riesce proprio a condividere il cambio del nome di un luogo troppo importante per il paese. «Lenola batterà due record - ironizza Marrocco - perché sarà uno dei pochi Comuni italiani a non avere una piazza, una strada o un viale intitolato a Cavour ma in compenso uno dei primi a poter dire di avere piazza Ingrao». Primati che, conclude il consigliere, «non entusiasmano» e si appella alla prefettura affinché si opponga.
Più caldi i toni di Alessandro Pannozzo, dirigente provinciale di Forza Italia giovani: «Cambiare nome a piazza Cavour è una vergogna». All’amministrazione comunale, alla quale chiede di scusarsi e fare un passo indietro a nome delle decine di cittadini contrari all’intitolazione della piazza simbolo di Lenola a Ingrao, Pannozzo preannuncia l’avvio di una petizione. Una forma di democrazia diretta, come sarebbe piaciuta a Ingrao. Lezione il cui significato la giunta Antogiovanni evidentemente non ha saputo cogliere in pieno. Non è una semplice questione di nomi, ci mancherebbe. Nulla di così banale. È che quando si toccano la storia e l’identità di un piccolo paese, certe decisioni risvegliano ricordi, affetti, legami col territorio. «Piazza Cavour - continua Pannozzo - non è soltanto una piazza ma la casa dei lenolesi». Chi protesta sostiene che non è ammissibile stravolgerne la storia «per una decisione frettolosa e irrazionale».
A chiudere il coro di polemiche l’ex assessore ai Servizi sociali Maria Rita Mastromanno che, non condividendo la scelta, ha suggerito all’amministrazione di dedicare al padre del Pci un luogo simbolo, ad esempio la biblioteca comunale. Oppure di promuoverne il ricordo senza cambiare la toponomastica ma incentivando iniziative culturali, studi sulla sua figura di uomo e di politico.