Valentina Ferraiuolo, musicista, cantante, ottima protagonista della musica popolare, da Gaeta ha spiccato il volo riuscendo a calcare palcoscenici nazionali e internazionali. Tanta attività artistica, tanto lavoro con interessanti progetti anche nelle scuole. Poi l' emergenza sanitaria e tutto è finito.
Oggi, alla vigilia della cosiddetta fase 3 arriva una sua lettera-sfogo in cui spiega che dopo tanta gavetta «Apro la mia Partita IVA che, oltre a dare dignità alla mia professione, garantisce allo Stato di percepire la mia fetta di tasse, mi pare giusto! Da fine febbraio cominciano a vacillare le prime date, i primi concerti che verranno cancellati, uno ad uno nell'arco di qualche giorno sino ad arrivare al 6 marzo…»
L'artista ricorda il periodo del lockdown in cui, ovviamente online, al pari di tanti suoi colleghi ha rallegrato e confortato tanti: «Ecco, noi musicisti, operatori dello spettacolo, siamo stati i primissimi a metterci da parte, e al tempo stesso restare al servizio degli altri, perché nutrire l'anima e curarla e difenderla dalla paura fa pure parte del nostro lavoro».
Quindi la parte conclusiva della lettera è una sorta di appello, una richiesta di aiuto: «Trovo sia giusto che, dal 18 maggio, sia data anche a noi, operatori dello spettacolo, un "dopo", la possibilità di organizzarci, rispettando tutte le regole e le precauzioni dettate dalle norme di sicurezza anti covid-19, perché abbiamo il sacrosanto diritto a ripartire, a sperimentare una ipotesi di "rilancio", a non far fallire la nostra azienda! E' giusto che il mio Comune, la mia Regione, il mio Stato, mi garantiscano il "dopo" come ripartenza collettiva, come diritto al lavoro e al sostegno garantito a tutti».