Da tempo immemore la processione per la Madonna della Sorresca è uno di quei rari appuntamenti che uniscono le comunità a San Felice e a Sabaudia. Fra devozione e folclore, rappresenta un baluardo della tradizione e persino chi ormai vive altrove cerca di non mancare mai, religioso o ateo che sia. Quest'anno, però, le cose andranno diversamente a causa del coronavirus. Niente processione, niente tradizionali bancarelle e probabilmente niente picnic. Si sa: vanno evitati gli assembramenti.
Un fatto di per sé "storico". La processione si è sempre fatta. Al massimo poteva essere posticipata per le elezioni amministrative, ma era un appuntamento che ogni anno scandiva la vita di Sabaudia e San Felice senza mai essere scalfito dalle trasformazioni dei tempi moderni. Certo, non ci sono più "cavalli, muli, asini, perfino buoi» che – ricorda Tommaso Lanzuisi nel suo 'Circeo nella leggenda e nella storia' – trasportano i sanfeliciani lungo le strade sterrate fino al santuario. Né ci sono più i feudatari che «erano soliti presentare ai celebranti nel Santuario, il giorno della festa, una quantità di pesce insieme al pane e al vino perché banchettassero anche loro".
Ma il nucleo della tradizione è rimasto nei decenni uguale a se stesso: il primo lunedì dopo la Pentecoste lo scoppio dei petardi all'alba per "svegliare" il paese, la partenza dal centro storico, tappa a La Cona e da lì la processione fino al Santuario sulle sponde del lago di Sabaudia. Poi i tradizionali picnic e le classiche bancarelle, soprattutto di prodotti mangerecci.
Questo prima del coronavirus. Ora come ora, fra distanziamento sociale, mascherine, guanti e divieti di assembramenti sarebbe impossibile oltre che potenzialmente pericoloso. E infatti la processione non ci sarà.
"L'annuale ricorrenza della festa di Santa Maria della Sorresca – spiegano dalla confraternita – ci trova nella condizione di non poter celebrare in modo tradizionale a causa della pandemia che si è abbattuta sul mondo intero". "Pur impediti nel partecipare alle celebrazioni solenni, per non creare assembramento, siamo invitati a vivere la festa in una intimità spirituale". Il 1 giugno alle 11, infatti, verrà celebrata la messa dal vescovo Crociata: verranno posizionati altoparlanti e ovviamente dovranno essere rispettate tutte le misure di sicurezza e distanziamento. Poi alle 17 il Rosario e alle 18.30 nuovamente la Messa. Nel frattempo il santuario resterà aperto alle visite, chiaramente nel rispetto delle misure emergenziali adottate per contrastare la diffusione del virus.
Un anno che resterà nella storia del Santuario.