Della serie: c'eravamo tanto amati. La convivenza forzata nel periodo delle misure di contenimento del Coronavirus, ha messo alla prova anche i rapporti affettivi che sembravano più stabili e solidi: dai matrimoni alla convivenze. E il risultato una volta che è scattata la Fase 2, è stata una piccola processione da parte di mogli e mariti negli studi legali per chiedere la separazione.
Scoppia il virus e subito dopo scoppia anche la coppia. Se nel periodo della quarantena è stata registrata una netta diminuzione - pari a oltre il 40 per cento di separazioni, ma il dato è sballato a causa delle misure e perché era obbligatorio restare in casa, da quando è scattata la ripresa, alcuni rapporti traballanti sono andati al tappeto, altri invece che all'apparenza hanno intrapreso la strada della rottura.
Per molte coppie infatti la convivenza forzata per 24 ore su 24 ha rappresentato un momento di prova e una fonte di stress: i nodi sono venuti al pettine e le vecchie ruggini sono riaffiorate. A incidere anche altri elementi, a partire da chi tra marito e moglie ha perso il lavoro che ha portato ad ulteriori difficoltà.
E così alla fine le coppie che stavano insieme per forza di inerzia hanno preso strade diverse. Il picco di richieste di separazioni sta per arrivare, questione di qualche settimana. Le prospettive sono pari ad un aumento di almeno il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una volta che il Governo ha allentato le misure e ha concesso la possibilità di uscire per molte donne la prima tappa, più che il parrucchiere è stato l'avvocato. «Le situazioni che erano in bilico sono crollate - spiega l'avvocato Maria Belli - più che un aumento ho riscontrato che i casi critici e difficili, con evidenti dissidi interni, si sono aggravati e il dubbio nella coppia alla fine ha portato alla risoluzione del rapporto e quindi ha portato alla separazione. E'successo in almeno l'80% dei casi».
«Ho ricevuto molte richieste, c'è stato un incremento a ridosso della fine del lockdown -sottolinea l'avvocato Claudia Depalma - la situazione è diventata critica in quelle coppie che avevano già delle difficoltà, stare con il coniuge a contatto quotidiano ha creato problemi notevoli. Di solito marito e moglie si vedevano fisicamente la sera perchè si lavora tutto il giorno e invece il lockdown ha cambiato questa abitudine e alla fine trascorrere maggior tempo insieme è stata la causa di tantissime crisi -ribadisce - e così molte coppie, anche quelle non sposate ma con figli e che convivono hanno scricchiolato e l'aumento di richieste nel mio caso è pari al 20% e penso anche a chi mi ha chiamato soltanto per una informazione». Lo scoppio del virus ha fatto scoppiare le coppie. «Lo stress derivante dalla convivenza forzata e l'impossibilità di poter scaricare le tensioni fuori dall'ambiente familiare - mette in evidenza l'avvocato Maria Teresa Ciotti - ha acuito le crisi coniugali e ha determinato la nascita di crisi laddove nei rapporti familiari la divisione dei compiti e l'attività lavorativa consentiva un "distacco" tra i coniugi che poteva costituire anche un evasione al rapporto familiare». Finito il lockdown inizia la crisi
Il caso
Latina, finito il lockdown la coppia scoppia, picco di separazioni
Latina - L'analisi: le coppie in crisi sono crollate e in tanti si sono rivolti per assistenza legale