Il Comitato ristretto dei sindaci pontini, che ha il compito di individuare i siti dove dislocare gli impianti necessari per la chiusura del ciclo dei rifiuti all'interno del perimetro provinciale, è tornato a riunirsi ieri, stavolta per incontrare i presidenti dei Consorzi industriali, quello del sud pontino e quello di Latina. L'obiettivo è quello di avere un quadro di riferimento ufficiale sulle possibilità di poter utilizzare alcuni siti, eventualmente anche industriali dismessi, dove collocare uno o due impianti di stoccaggio di inerti, impianti di compostaggio e stazioni di smistamento del multimateriale, cioè tutto quello che serve per fare in modo che la provincia di Latina diventi autosufficiente nella gestione dei rifiuti prodotti.
«Ci sono state offerte diverse opzioni - commenta il Presidente della Provincia Carlo Medici, che coordina il Comitato dei sindaci - forse anche troppe, compresi alcuni siti produttivi dismessi che potremmo ottenere con una spesa minima, qualcuno addirittura a saldo zero grazie ai finanziamenti disponibili. Adesso però bisogna correre per la scrematura dei siti, ovviamente tenendo conto delle esigenze di ciascuna tipologia di impianto necessario per la chiusura del ciclo. Credo che potremo rimanere all'interno dei perimetri dei Consorzi industriali, quindi su aree con destinazione appropriata».
Intanto la Regione spinge sul tasto dell'urgenza e reclama delle indicazioni immediate se i sindaci non vorranno subire gli effetti di un'ordinanza regionale. «Non possiamo fare in dieci giorni quello che la Regione non ha fatto in vent'anni - taglia corto Carlo Medici - Né sembra opportuno dare delle indicazioni di massima anziché soluzioni discusse, concordate e deliberate. Ho parlato con l'assessore regionale e ho chiesto un lasso di tempo ragionevole, altrimenti loro facciano il loro percorso e noi faremo il nostro».
Questo significherebbe appunto subire un atto di imperio da parte della Regione, che allo stato attuale avrebbe a disposizione non più di due opzioni, relative ad altrettante richieste ufficialmente formulate: la riapertura di Borgo Montello e l'autorizzazione a realizzare un'altra discarica ad Aprilia, in località La Gogna».
Se i sindaci non decidono e sembrano perdere tempo, è segno che preferiscono che sia la Regione a scontentare questa o quella comunità di cittadini piuttosto che un sindaco o l'altro. Siamo ancora lontani dal salto culturale di un'assunzione di responsabilità politica fondata sul principio che i rifiuti e gli impianti di trattamento sono una risorsa prima ancora che una servitù. Nel frattempo Carlo Medici sembra tutto orientato a portare a casa il risultato prefissato nel protocollo di intesa tra i sindaci, quello di arrivare alla costituzione di un Ato dei rifiuti e ad una gestione pubblica del servizio e degli impianti. Cosa improbabile quest'ultima se a decidere sui siti sarà la Regione, perché Borgo Montello e La Gogna appartengono a privati. E da Roma i bene informati assicurano che la Regione non aspetterà più di altri dieci giorni per decidere dove finiranno i rifiuti prodotti in provincia di Latina dopo il trattamento. I sindaci non ce la faranno ad arrivare prima. Forse non vogliono.