Il Comune di Santi Cosma e Damiano ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale per le avversità atmosferiche verificatesi l'8 giugno scorso. La richiesta è stata approvata dalla giunta comunale, che ha inviato alla Pisana una dettagliata relazione sui danni patiti.
Nella delibera si fa presente che un mese fa esatto le persistenti e abbondanti piogge, hanno causato allagamenti, smottamenti, esondazioni, crolli di muri, erosione diffusa dei torrenti, dissesti stradali e danni diffusi a beni pubblici e privati, con particolare riferimento alla pubblica viabilità, agricoltura, abitazioni private ed esercizi pubblici.
Il sindaco Franco Taddeo è stato autorizzato a inoltrare la richiesta alla Regione Lazio, affinchè la stessa richieda alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Ciò per poter avere sostegni finanziari e per adottare urgenti e straordinari provvedimenti dello Stato per fronteggiare la grave situazione emergenziale che si era creata. Nella relazione del responsabile del Comune la stima complessiva ammonta a 160.000 euro, oltre a oneri vari, così ripartiti: 80.000 euro per pulizia alveo e fossi di scolo adiacente torrente Ausente, 30.000 euro per il rifacimento del fondo stradale e ripavimentazione della strada comunale D'Aprano, 50.000 per il rifacimento dei fossi di scolo entrambi i lati della strada regionale Taverna Cinquanta, con sistemazione della pavimentazione stradale deteriorata.
La stima è stata effettuata con utilizzo del tariffario della Regione Lazio. Nella richiesta la giunta fa presente che, in seguito all'ondata di maltempo di un mese fa, il Comune di Santi Cosma e Damiano si è immediatamente attivato con mezzi e personale proprio e della Protezione Civile per presidiare il territorio ed intervenire nelle situazioni di immediata emergenza. Tra l'altro il Comune precettò ditte locali munite di mezzi meccanici e ditte locali fornitrici di materiale inerte ed altre tipologie. Ora si attende la risposta della Regione Lazio, che comunque aveva riconosciuto lo stato di calamità naturale ad alcuni paesi del basso frusinate, investiti dall'ondata di maltempo.