«Il sistema informatico messo a punto dal Ministero per la digitalizzazione delle procedure di immissione in ruolo non sta funzionando come dovrebbe e come vogliono far credere da viale Trastevere». La coordinatrice provinciale della Gilda Insegnanti di Latina, Patrizia Giovannini, denuncia diversi problemi legati ai tempi stretti e all'uso della piattaforma telematica con cui si stanno gestendo le operazioni propedeutiche all'avvio del nuovo anno scolastico.

«Intanto - afferma Giovannini - è mancata la preventiva divulgazione delle graduatorie di merito da cui partire, insieme con le graduatorie ad esaurimento, per l'assegnazione dei ruoli. Sono poi anomale le continue rettifiche che a tutt'oggi stanno intervenendo nelle medesime graduatorie. Per di più, malgrado tali rettifiche, mancano all'appello docenti che in virtù di sentenze datate avrebbero dovuto essere inseriti nelle stesse graduatorie e invece non compaiono. Lascia interdetti che solo una parte degli insegnanti coinvolti in queste sentenze sia stata reinserita: ravvediamo una disparità di trattamento che sta diventando motivo per avviare numerosi ed ulteriori ricorsi da parte dei prof esclusi».

La Gilda lamenta ancora l'assenza di un puntuale e tempestivo avviso che renda conto dell'avvio delle convocazioni dei docenti con incluso l'elenco dei convocati. «Siamo l'unica regione - segnala la sindacalista tra le anomalie - ad aver aperto uno specifico turno di nomina per una classe di concorso (pianoforte), pubblicando la relativa graduatoria tardivamente (è la graduatoria relativa al concorso del 2018) e a nomine già avviate».

Non sono poi ancora chiari i meccanismi utilizzati nei turni di nomina rispetto alle precedenze: «Negli anni passati - spiega la segretaria della Gilda - le nomine, in presenza, dalle graduatorie dei concorsi di merito avvenivano prima di quelle dalle graduatorie provinciali e riguardo alla presenza in più graduatorie di classi di concorso diverse i docenti avevano facoltà di scegliere una materia piuttosto che un'altra anche nell'ultima fase delle operazioni. Col nuovo sistema digitalizzato questo ordine non sempre è stato rispettato e molti docenti si sono trovati assegnati in province diverse da quelle cui aspiravano».

«E' evidente - sottolinea Giovannini - che le operazioni non sono state conformi a quanto previsto nelle istruzioni operative emanate dallo stesso Miur». Notevoli anche i ritardi nella definizione delle operazioni: «Le notifiche di attribuzione delle province assegnate - cita ad esempio la coordinatrice - sono arrivate tardi, quando la successiva fase di scelta della scuola in cui prestare servizio era già stata avviata. Ancora ad oggi il cronoprogramma imposto dal Ministero non può dirsi rispettato». A fronte della mancata trasparenza nelle fasi anche preparatorie e della confusione che si è generata, dal sindacato presumono che molti insegnanti intraprenderanno iniziative legali per vedere riconosciuti i propri diritti negati.

«Siamo a fine agosto e ancora non sappiamo quanti e quali docenti, di ruolo e non, prenderanno servizio il 1° settembre. Anche le supplenze, che dovrebbero essere attribuite a seguito delle nomine in ruolo, subiranno inevitabili ritardi che si rifletteranno tutti sull'ordinata ripresa delle attività didattiche».