L'amministrazione comunale trova un'intesa per la rimozione dei rifiuti depositati da anni nei capannoni industriali della città. Un'attività costosa e complicata ma oggi più che mai necessaria per mettere in sicurezza il territorio, evitando che si ripetano incendi simili a quello della Loas. Nella commissione Ambiente di ieri il dirigente Marco Paccosi ha illustrato le azioni messe in campo dal Comune di Aprilia per liberare i piazzali dai materiali stoccati. Tramite l'emanazione di alcune ordinanze e con un confronto con le società è stato possibile togliere i rifiuti alla Cogea e ben presto la stessa cosa accadrà alla Eco Imballaggi, dove il costo di smaltimento è stimato in 250 mila euro. «Per la Cogea la società, a seguito di una nostra ordinanza, ha rimosso i rifiuti e non c'è stato bisogno di un successivo intervento. La questione della Eco Imballaggi - ha spiegato Paccosi - è invece più complicata perché parliamo di un sito sotto sequestro. La Provincia, di fronte all'inottemperanza dell'azienda, ha incassato la polizza fideiussoria di 50 mila euro e poi siamo intervenuti noi per chiedere la messa in sicurezza. Di queste somme 10 mila sono servite per la classificazione dei rifiuti, poi abbiamo chiesto al giudice di poter entrare nell'area sequestrata e una volta terminata l'operazione di caratterizzazione è emerso che il costo per lo smaltimento si aggira sui 250 mila euro. Abbiamo quindi emesso una seconda ordinanza ma nel frattempo la proprietà ci ha chiesto un incontro, avvenuto alla presenza dell'assessore Monica Laurenzi, nella quale si è detta disponibile ed eseguire a proprie spese la rimozione con una sola condizione: avere una copia della caratterizzazione eseguita». Un passo avanti per eliminare uno dei 12 siti a rischio (tra depositi di rifiuti incontrollati, discariche dismesse e abusive) disseminati sul territorio e segnalati su una mappa del Comune. Sui tempi per la rimozione il dirigente ha spiegato che: «ci vorranno 1-2 mesi dall'inizio dei lavori, i rifiuti non possono essere portati via tutti insieme». Il vero problema dei depositi riguarda Asea, dove l'operazione di smaltimento - per quantità e tipologia di rifiuti - sarà più onerosa. «Nell'Asea i volumi sono notevolissimi, superiori a Eco Imballaggi. Anche qui parliamo di un sito sotto sequestro, un intervento simile supera l milione di euro». E il Comune allo stato attuale non dispone di risorse economiche per intervenire. «Per l'Asea, titolare di un'autorizzazione provinciale rilasciata nel 2004, non risulta esserci polizza fideiussoria. Ora - continua - che non c'è più una procedura esecutiva sul sito abbiamo emesso un'altra ordinanza di rimozione e, in caso di inottemperanza, potremmo anche agire con un intervento in danno. Ma quelle somme non sono nelle disponibilità dell'amministrazione». Ed anche la possibilità di ottenere dei fondi dalla Regione appare difficile. «La Pisana - dice il dirigente - mette a disposizione finanziamenti per la bonifica di siti inquinati, mentre qui non ci troviamo in presenza di inquinamento ma di depositi incontrollati». Un rebus di difficile soluzione anche per l'assessore Laurenzi. «La situazione è grave e preoccupante, anche perché questi sono solo una parte dei siti a rischio o contaminati. E nel bilancio regionale i fondi non sono mai all'altezza del tipo di intervento che si richiede, perciò nei giorni scorsi ho incontrato i dirigenti regionali spiegando che c'è la necessità di mettere in campo un'azione importante su questo tema. Magari - afferma - utilizzando i soldi in arrivo dall'Europa. Mentre ai parlamentari che in questi giorni hanno presentato interrogazioni e propongono tavoli dico che è il momento di smetterla con le passerelle, servono dei cambiamenti legislativi per le fideiussioni e più in generale per il settore rifiuti. Loro siedono in Parlamento e possono legiferare, ci aspettiamo un aiuto concreto».