Diventa sempre più delicata la questione dello spostamento della sede del deposito degli autobus del Servizio di Trasporto Pubblico Locale di Latina, a cui si sta dedicando l'associazione per i diritti del cittadino Codici a seguito della richiesta di interessamento rivoltagli da numerosi cittadini, delusi per la totale assenza di risposte da parte del Comune. Codici ha chiesto per due volte l'accesso agli atti dell'Ente di Piazza del Popolo e nessuna delle due istanze presentate dal responsabile provinciale Bottoni ha avuto riscontro, come informa l'associazione, se non per mezzo di una telefonata di circa tre settimane fa, con la quale si chiedeva una ulteriore settimana di tempo, anche questa abbondantemente trascorsa senza esito.

Oggi nonostante siano trascorsi quasi diciotto mesi da quando al Comune è stata presentata la petizione da parte di numerosi residenti del Quartiere "Gionchetto" con cui si metteva al corrente il Sindaco di trattative per lo spostamento della sede, oltre un anno da quando il Comando della Polizia Locale ha ricevuto un esposto su lavori in corso nell'area interessata, sembra che gli uffici nulla o quasi sappiano della questione. Ora all'associazione che tutela gli utenti nel rispetto della normativa per l'accesso agli atti, non è rimasto che appellarsi al Difensore Civico Regionale per chiederne l'intervento e ottenere quanto il Comune era tenuto a consentire direttamente, ma che, purtroppo, solo pochissime volte ha fatto senza l'intervento dell'Autorità Regionale. «Ora – scrive Antonio Bottoni - grazie al Difensore Civico (la cui attività si rivela sempre più preziosa per la tutela dei diritti di trasparenza portati sia dai singoli cittadini che dalle Associazioni che ne tutelano gli interessi) il Comune di Latina, non potrà più fare finta di nulla o cercare di far passare ancora chissà quanto altro tempo. Codici non finirà mai di ringraziare il Difensore Civico in quanto sin troppo spesso è solo grazie alla sua azione, che i diritti introdotti dalle diverse leggi sugli accessi agli atti diventano effettivi, perché anche amministrazioni che si proclamano a favore della cittadinanza e dei suoi diritti, devono essere in qualche modo "sollecitate" in questo senso».

Ora Codici, attenderà qualche giorno ancora di essere contattato perché, in caso di ulteriore inerzia, ricorrerà al TAR chiedendo che la condanna al pagamento delle spese tutte siano poste a carico dei dirigenti che dovessero essere ancora inadempienti. «Ciò che appare francamente incredibile ed ingiustificabile – scrive Bottoni - è la resistenza che pubblici uffici oppongono ad una procedura voluta da una legge ormai in vigore dal 1990, peraltro anche rafforzata da norme più recenti. Nel frattempo Codici ha avviato una ulteriore azione di controllo, inviando un'altra richiesta di accesso agli atti comunali relativi ad una specifica voce del contratto con la CSC, definita "premialità", che ha suscitato la curiosità di questa Associazione, instancabile nella sua attività di rendersi conto di cosa accade in quegli uffici".