Neppure la scrupolosa attenzione per la legalità, tanto sbandierata dalla giunta del sindaco Damiano Coletta, è bastata per portare equità nel settore della rimozione auto, servizio che il Comune di Latina continua ad affidare a una sola società di soccorso stradale, di fatto consolidando quello che da anni è un monopolio sul capoluogo pontino, non solo a svantaggio delle imprese concorrenti, ma anche dei cittadini. L'amministrazione municipale si sta apprestando infatti ad assegnare, a un solo operatore con una nuova gara d'appalto, «il servizio di rimozione, soccorso stradale, recupero e custodia dei veicoli per violazione alle norme del codice della strada, compresi i veicoli sottoposti a sequestro amministrativo o giudiziario o comunque rinvenuti dal corpo della Polizia Locale di Latina» come recita appunto il bando della concessione.

I Comuni hanno la possibilità di racchiudere tutti i servizi in un unico appalto, ma sono poche le città italiane che affidano l'intero lavoro di soccorso stradale a una sola azienda. Se può costituire un vantaggio e una maggiore garanzia, per gli enti locali, individuare un operatore che abbia l'onere di svolgere un servizio ben preciso come la rimozione delle auto in sosta vietata, al contrario per tutti gli altri incarichi è necessaria maggiore elasticità e solitamente gli enti municipali si affidano alla rotazione di tutti i depositi giudiziari con turnazioni programmate, proprio come fanno le principali forze di polizia, anche in provincia di Latina.

Alla logica monopolista del Comune di Latina si ribellano con convinzione le aziende "Antonio Vona" e "C.S.A." che anche questa volta, come hanno fatto nelle ultime circostanze, probabilmente non parteciperanno alla gara d'appalto. Perché non solo l'ente locale fa lavorare un solo deposito giudiziario, ma guarda caso vince sempre lo stesso operatore, la società "Fratelli Vona". E l'ultima volta, era la primavera del 2018, quella ditta non rispondeva neppure ai requisiti fissati dal capitolato della gara, come contestato anche dalla società arrivata seconda con un ricorso alla giustizia amministrativa ancora pendente al Consiglio di Stato.

Fatto sta che spesso, a rimetterci, sono i cittadini. Ad esempio ogni qual volta, per un incidente stradale, interviene la Polizia Locale: molte compagnie assicurative coprono la spesa del soccorso stradale, ma gli utenti sono costretti a pagare anche l'appaltatore del Comune se l'incidente viene rilevato dagli agenti del Comune che, dovendo rispettare la concessione, attivano il carroattrezzi esclusivista per l'amministrazione locale, rimandando indietro quello legato alla polizza Rca quando interviene autonomamente in caso di attivazione della "scatola nera" installata sul veicolo incidentato. Oltretutto, sebbene buona parte dei costi dei servizi offerti con questo appalto siano addebitati ai trasgressori, la concessione rappresenta una spesa per il Comune che ha fissato il costo base, soggetto a ribasso, a 150.000 euro per la durata di tre anni.