Avverrà in sede giudiziaria, il regolamento di conti, in senso letterale, tra la «S.S.D. Latina calcio 1932» e il Comune per i canoni concessori relativi allo stadio Francioni e all'impianto dell'ex Fulgorcavi. Dopo un primo scontro, non definitivo davanti al Tar, si torna al Consiglio di Stato su impugnazione della società di calcio, rappresentata dall'avvocato Giangiacomo Saurini, per ottenere l'annullamento degli atti con cui l'ente ha chiesto canoni per circa 22mila euro ogni sei mesi sulla gestione provvisoria, autorizzata a più riprese in attesa di un regolamento definitivo sugli impianti sportivi, ivi compresi i due detenuti a tempo determinato dalla «SSD Latina Calcio 1932». Sostiene la società che vi siano due vizi di fondo. Il primo riguarda i parametri adottati per il calcolo, che derivano da una vecchia delibera assunta dal commissario straordinario a giugno del 2010 con i poteri della Giunta, mentre si tratta di una materia di competenza del consiglio comunale perché afferisce, appunto, a decisioni sul patrimonio pubblico. Il secondo nodo è relativo alle concessioni temporanee in attesa di un regolamento che definisca come affidare gli impianti. L'amministrazione ha parlato di una selezione per offerta pubblica ma per ora si va avanti, appunto, con proroghe. Nello specifico la società ricorrente eccepisce altresì che nei contratti temporanei di concessione non è stato possibile inserire alcuna clausola e che il modello da firmare è stato redatto dall'ente senza alcuna possibilità di integrazione, per esempio in relazione alle migliorie e/o interventi effettuati, che il sodalizio del calcio avrebbe voluto far valere come spese effettivamente sostenute e quindi a valere sul canone finale. In effetti il modulo preordinato contiene delle voci di scorporo ma solo relative ad eventi patrocinati dall'ente e quindi esclusi gli appuntamenti sportivi. C'è nel ricorso anche un riferimento alla tempistica delle richieste del Comune di Latina, in particolare quella del giugno del 2019, pervenuta alla società a ridosso dell'iscrizione al campionato. Essendo la disponibilità degli impianti una delle clausole indispensabili all'iscrizione, la concessione, anche temporanea, era un passaggio ineludibile. Quindi la SSD Latina Calcio ha dovuto firmare di corsa per evitare conseguenze sul campionato. In ogni contratto di proroga c'è il richiamo all'annunciato regolamento per la concessione degli impianti sportivi della città, su cui oggettivamente regna un caos ventennale. Che questa storia potesse finire male, o perlomeno con un'azione legale, lo si era capito già ad agosto 2019, quando la società sportiva aveva inviato una pec al Servizio Decoro e Qualità Urbana sottolineando come già dall'estate del 2017 l'ente si fosse impegnato a siglare una convenzione definitiva proprio al fine di evitare le continue proroghe e contratti semestrali che potevano incidere persino sulle migliorie stesse, tipiche di un contratto di concessione e certamente inderogabile per un soggetto giuridico che effettua appuntamenti sportivi con pubblico. Sempre in quella pec la società di calcio ha testualmente ammesso (o denunciato) che nel giugno precedente era stata «costretta» a firmare il contratto, pur ritenendolo illegittimo, in quanto era in scadenza l'iscrizione al campionato.
Sin qui la versione della società contenuta negli atti. Nel procedimento il Comune, rappresentato dall'avvocato Francesco Cavalcanti, ha ricordato che a fronte della prima concessione del giugno del 2017 si è dovuto chiedere il pagamento dei canoni a giugno del 2019 poiché tra il 2017 e il 2019 non erano stati versati canoni per oltre 73mila euro, soldi chiesti a giugno 2019 con la specifica che senza il pagamento del debito accumulato non sarebbe stato possibile firmare un altro contratto, seppur temporaneo.
Sullo sfondo di questo specifico contenzioso si staglia l'ombra di un passato disordinato dell'impiantistica sportiva, poiché non c'è un solo spazio di proprietà comunale per fini sportivi usato con regolare contratto o dove sussista perlomeno un accordo sul pagamento di interventi ordinari e straordinari. Sulla piscina comunale addirittura non si sa chi debba pagare le utenze e in quale percentuale. L'udienza presso la quinta sezione del Consiglio di Stato sul caso-Francioni è stata fissata per il 28 gennaio 2021.