Qualche forza politica di minoranza già lo ha denunciato settimane fa: uno stallo del settore Urbanistica del comune di Formia che rischia di aggravare ulteriormente la situazione economica della città. Ora a scendere in campo direttamente sono architetti, ingegneri, geometri, periti e tecnici del settore edilizio che operano nella zona e che hanno inviato una lettera al sindaco, con l'invito a favorire tutte le iniziative possibili volte al rilancio del settore ritenuto «propulsivo anche di quelli commerciale e terziario». Innanzitutto chiedono il miglioramento della macchina amministrativa. Queste alcune criticità e proposte avanzate: «Necessità del potenziamento dell'archivio del settore urbanistica e riduzione dei tempi per poter effettuare gli accessi agli atti amministrativi. Infatti tale procedura è propedeutica ad ogni pratica edilizia da presentare e tanto più necessaria per istituti di base, funzionali anche ai piccoli interventi, quali la SCIA e la CILA, per le quali è necessaria l'asseverazione della conformità dell'esistente al progetto legittimato presente in atti». Poi la necessità del potenziamento dell'ufficio vincoli del settore urbanistica, visto che «il territorio comunale è interessato da una serie innumerevole di vincoli (paesaggistico, archeologico, idrogeologico, Pai, sismico, cimiteriale, demaniale, ecc.) il cui N.O. da parte delle autorità competenti è propedeutico per gran parte degli interventi edilizi». Altra questione riguarderebbe lo sportello unico per l'edilizia, che «si trova a gestire una moltitudine di pratiche sicuramente non alla portata di un ufficio competente costituito da un solo professionista tecnico architetto, peraltro con orario di lavoro part-time». Ed ancora: «E' così che la stessa opportunità offerta dal Decreto Sviluppo, riguardante gli interventi di cui al cosiddetto Superbonus 110% rischia di essere vana, per inconvenienti di natura amministrativa (tempi di attesa per la verifica della documentazione agli atti comunali e per l'ottenimento dei relativi N.O. relativi ai vincoli)». Secondo i tecnici sarebbe da trovare una soluzione definitiva all'annoso problema delle pratiche di condono edilizio «inevase, la cui istruttoria, oltre che portare a conclusione istanze formulate oltre trenta anni fa, potrebbe costituire un'ulteriore opportunità lavorativa per le possibilità di intervento sugli immobili sanati. Gli introiti, conseguenti ai conguagli delle oblazioni e del contributo di costruzione, potrebbero altresì costituire un valido apporto per le casse comunali». Infine le richieste di dare concreta attuazione agli interventi di Rigenerazione Urbana, attraverso l'emanazione delle Deliberazioni di competenza comunale previste dalla legge e di ripristinare il ricevimento del pubblico. Per i firmatari della petizione il confronto tra tecnici esterni e tecnici comunali «non vuole essere un rapporto di consulenza offerto dall'ufficio preposto, ma una modalità per interpretare in modo condiviso le previsioni normative, in modo tale da evitare sprechi di tempo e dirimere fin dall'inizio eventuali contrasti tra cittadino ed amministrazione».