Nuovo passo avanti per la discovery intrapresa dal Comitato ristretto dei sindaci che si sta occupando della individuazione delle aree idonee ad ospitare gli impianti necessari a garantire l'autonomia di gestione del ciclo integrato dei rifiuti in ambito provinciale. Nell'ultima riunione di lunedì scorso i tecnici dell'amministrazione provinciale hanno consegnato al Comitato la mappa degli otto siti che ricadono in ambito provinciale e che potrebbero essere ritenuti idonei per ospitare impianti di stoccaggio di materiale inerte proveniente dal trattamento meccanico biologico dei rifiuti.

«Si tratta di otto cave dismesse che si trovano in diversi comuni della provincia, da Sezze a Priverno, da Terracina a Castelforte, Cisterna, Cori e Aprilia - spiega il Presidente della Provincia Carlo Medici - Ma siamo ancora alla fase di mera individuazione delle aree: i siti dovranno comunque essere sottoposti a verifiche per l'accertamento dell'idoneità ambientale, della eventuale sussistenza di vincoli e soprattutto della compatibilità con altre servitù limitrofe. Peraltro non va dimenticato che a questi otto siti estrattivi dismessi andranno aggiunti i siti industriali che il Comitato dei sindaci si era impegnato ad individuare. E stiamo ancora parlando della ricerca di uno o più siti per ospitare l'impianto di stoccaggio di inerti, che è altro dal concetto di discarica al quale siamo abituati a pensare».
Sul fatto che delle otto cave dismesse individuate dai tecnici di via Costa ce ne siano tre che si trovano nel territorio del Comune di Aprilia, Carlo Medici non fa una piega: «Ripeto, abbiamo fatto una scrematura fra le circa 40 cave presenti sull'intero territorio pontino, e per il momento ci siamo limitati ad escludere quelle che rientrano nella cosiddetta zona rossa interdetta all'impiantistica legata al ciclo dei rifiuti. Sul versante politico è stato già stabilito che si eviteranno sovrapposizioni tra servitù vecchie e nuove, e non a caso saranno i sindaci a decidere se ospitare un impianto o meno».
Più diretto il sindaco di Aprilia, Antonio Terra, che fin dall'avvio degli incontri del Comitato ristretto che porta avanti il progetto di costituire un Ato dei rifiuti ha posto la condizione che Aprilia debba rimanere fuori da qualsiasi proposta di realizzare ulteriori impianti su un territorio che ha già fatto e continua a fare la propria parte.
«Le cave individuate costituiscono niente di più che il risultato di un censimento seguito da una rapida analisi di esclusione di tutti i siti impraticabili per la materia dei rifiuti. Ad Aprilia ci sono molte cave, e quelle gravate da vincoli ambientali sono già state escluse, come ad esempio quella di via Savuto in località La Gogna - precisa il sindaco - Ma quello che a noi interessa è aver stabilito di comune accordo con tutti i sindaci del costituendo Ato dei rifiuti il principio secondo cui le amministrazioni già gravate da servitù in materia di rifiuti verranno escluse dalla localizzazione di nuovi impianti. Vado avanti tranquillo, perché quando la mappa dei siti passerà al filtro politico Aprilia resterà fuori».