Stanchezza, frustrazione, una vita, in tanti casi, lontana da coniugi e figli per paura di contagiarli, turni massacranti e di forte stress nei reparti e nella terapia intensiva divenute le roccaforti per fronteggiare la seconda ondata dell'emergenza Coronavirus, ormai conclamata e dichiarata dai numeri. Il personale sanitario, tra infermieri e medici ospedalieri dell'ospedale Goretti, sta vivendo, qui come altrove, una forte pressione fisica e psicologica in questi giorni. L'emergenza non dà respiro, l'assistenza territoriale cerca di sopperire al carico delle richieste, l'unità di osservazione breve intensiva subisce una incidenza di pazienti alta, come pure il Pronto soccorso. E le ambulanze in attesa per ore dei giorni scorsi sono una delle testimonianze di questa fase delicata. A chiedere più considerazione e ascolto delle esigenze dei medici ospedalieri è il sindacato dei medici dirigenti ANAOO della Asl di Latina per voce del segretario aziendale Giuseppe Potente. Potente definisce i nostri medici e infermieri ospedalieri «l'ultima legione romana, alla discesa dei visigoti di Alarico, quelli che stanno fronteggiando ancora una volta la violenza delle infezioni Covid. Sono sempre gli stessi… da marzo 2020. Non hanno avuto sostanziali rinforzi. Sono chiamati a lasciare i loro pazienti per colmare vuoti di un personale Covid specializzato, mai formato, che allo stato attuale non esiste. Sono loro che rischiano di infettarsi, giorno e notte, e sono loro ai quali adesso viene negato anche solo un giorno di ferie per recuperare. Hanno sempre gli stessi generali: viene difficile comprendere le scelte fatte, cosa stanno pensando adesso e cosa hanno pensato nei mesi precedenti per tutelare e valorizzare un esercito così volenteroso e capace: aspettiamo da loro soluzioni immediate». Il sindacato nei giorni scorsi si era espresso anche sulla necessità di organizzare e definire con estrema precisione percorsi assistenziali e terapeutici dei pazienti Covid ma anche dei pazienti non Covid, garantendo ad entrambi tutto quello che serve alla loro cura. «Attenzione a chiudere sale operatorie, ambulatori specialistici, libera professione intramoenia - aveva detto Potente - perché questo significherebbe abbandonare ancora una volta la cura dei pazienti non Covid. Il sistema sanitario nazionale si doveva preparare ad una gestione completa del diritto alla salute». Oggi Anaao si augura che la cittadinanza di Latina e provincia si faccia sentire, in tutte le sedi, «con manifestazioni di gratitudine per questi eroi… e di stimolo alle istituzioni. Ci impegneremo con proposte concrete per questa emergenza, alcune già partite a livello regionale e con gli altri sindacati aspettiamo una convocazione dalla Asl di Latina per discutere di provvedimenti immediati per il nostro territorio».
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Coronavirus e personale sanitario, l’emergenza non dà respiro
Latina - La rete di assistenza senza rinforzi. Il sindacato dei medici ospedalieri Anaao chiede provvedimenti immediati per il territorio