Il degrado della ex Freddindustria, prodotto dai cumuli di rifiuti riversati nei capannoni e nel piazzale del sito dismesso di via Enna, è solo la punta dell'iceberg. Lo sgombero del sito dalle famiglie rom che da tempo vi soggiornavano, effettuata il 6 novembre sulla scorta dell'ordinanza sindacale del 19 ottobre, non solo non cancella gli anni di ritardo delle azioni di messa in sicurezza, ma per una strana coincidenza – come sottolineato dal capogruppo di Fratelli d'Italia Vincenzo La Pegna – segue una tempistica sospetta, perché per una strana coincidenza giunge a compimento solo qualche giorno dopo l'ennesima denuncia sullo stato del sito.

Una denuncia in Procura, depositata il 15 ottobre presso la caserma dei carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia, che porta la firma dell'ex consigliere comunale Vincenzo Chiocca e del capogruppo di Fdi Vincenzo La Pegna, che aiutati nella puntuale ricostruzione contenuta nel dossier da un esperto in materia, il presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto avvocato Ezio Bonanni, sollevano il problema derivante dall'esposizione dei residenti alle polveri di amianto. Perché se è vero che lo sgombero – secondo quanto dichiarato dal sindaco – agevolerà le operazioni di bonifica da parte della proprietà, l'Aprilia 2012 srl, secondo il consigliere di centrodestra l'intervento intempestivo potrebbe aver già arrecato nocumento alla salute di chi vive nei pressi dell'impianto, esposto per anni ai fumi degli incendi di rifiuti e alla dispersione delle polveri di amianto. «La normativa parla chiaro – sottolinea La Pegna – il sindaco, responsabile della salute pubblica, da tempo avrebbe dovuto intimare alla società la bonifica del sito e in caso di inottemperanza agire per poi accollare la spesa al proprietario inadempiente. Il sito è stato sgomberato ma non ancora bonificato ed è lecito chiedersi quando avrà luogo la pulizia e la rimozione delle coperture in amianto.

E' evidente che l'intervento intempestivo ha seguito tempistiche quanto meno sospette: siamo lieti che la nostra denuncia sia stata da pungolo per sollecitare l'intervento, ma ciò non elimina la responsabilità di non aver agito per tempo, visto che il problema è noto da anni». Come emerge dalla denuncia di La Pegna e Chiocca infatti, l'esposizione prolungata ai frequenti roghi di rifiuti e alle polveri di amianto potrebbe aumentare il rischio per i residenti di contrarre patologie gravi. «Appare singolare – specifica il consigliere - che il sindaco non abbia preso atto di questa situazione assumendo tutte le necessarie determinazioni interdittive nelle condotte dannose e pericolose per la salute. Lo stato di degrado delle predette coperture in amianto è un pericolo per l'intera popolazione, in quanto vi è una massiccia aero dispersione di polveri e fibre di amianto, che vengono inalate dagli abitanti della zona, con conseguente rischio di contrarre patologie ad esso correlate». Del resto la normativa e gli studi in materia parlano chiaro: l'elevata cancerogenicità dell'amianto e l'assenza di una soglia al di sotto della quale il rischio si annulla, rende il sito della ex dogana una bomba ecologica nel cuore della città. «Purtroppo – accusa La Pegna – la staticità di chi amministra rischia di creare un danno alla comunità. Uno scenario sul quale indagherà la procura».