E' un dibattito che non accenna a placarsi quello tra il Partito democratico e Latina Bene Comune sulla questione del Piano di Utilizzazione degli Arenili, recentemente approvato dal Consiglio comunale. Ma soprattutto è un dibattito che pur prendendo le mosse dall'approvazione del Pua, sostanzialmente una regolamentazione dell'utilizzo delle spiagge, ha finito per spostarsi, anche in maniera opportuna, sul terreno più vasto dell'organizzazione più generale della Marina di Latina e sulle prospettive attorno alle quali l'amministrazione comunale dovrebbe costruire un'azione di rilancio di una porzione di territorio che potrebbe, anzi dovrebbe, rappresentare la chance di sviluppo futuro della città.

La querelle che vede opposte il consigliere del Pd Nicoletta Zuliani e il delegato alla Marina di Lbc Maria Grazia Ciolfi, verte essenzialmente sul carattere e sul peso specifico del nuovo Pua, che obiettivamente stenta ad assumere una qualche valenza di interesse, senonaltro perché è la riproposizione fedele di quello approvato quasi quindici anni fa dall'amministrazione Zaccheo, e dunque privo di elementi di una qualche forza innovativa, ma soprattutto la disputa ha finito per rendere chiaro, qualora non lo fosse ancora, che anche la semplice organizzazione introdotta da un Pua non ha molto senso se destinato a rimanere avulso da una pianificazione coerente dell'intera Marina.

Valga come esempio la tanto sbandierata quota garantita del 50% di spiaggia libera, un obiettivo privo di senso se slegato dalla sorte del territorio immediatamente a monte della spiaggia. A Latina, dire che metà della spiaggia è a disposizione della libera fruizione da parte dei cittadini, significa ricordare che il tratto di litorale compreso tra Capoportiere e Foceverde è fin troppo abbondantemente occupato da strutture concessionate, mentre il tratto Capoportiere-Rio Martino è pressoché completamente libero. Ma è un equilibrio insensato, perché la parte antropizzata e urbanizzata è soltanto una, ed è quella nella quale risiedono durante l'estate migliaia di persone che hanno grande difficoltà a frequentare tratti di spiaggia libera. Lo stesso nonsense si ravvisa se consideriamo che nel tratto urbanizzato ci sono tutte le attività commerciali e di ristorazione del Lido, sottoposte ad una forte concorrenza da parte degli stabilimenti che offrono sulla spiaggia gli stessi servizi di chi opera sul fronte strada.

Questo può già bastare per comprendere che le critiche di Nicoletta Zuliani al Pua appena approvato sono molto sensate laddove definiscono semplicemente ordinario lo strumento che Lbc cerca di spendere come un fiore all'occhiello della propria attività amministrativa. Ma soprattutto va ricordato all'amministrazione ellebicina che è reduce dall'approvazione delle misure della cosiddetta rigenerazione urbana, che sulla Marina consentono ancora una volta una serie di interventi slegati da qualsiasi programmazione. E se di una cosa il Lido di Latina ha bisogno per cercare di rinascere, è proprio di una seria e articolata programmazione.