Non è un'ossessione, e nemmeno ansia da prestazione; il nodo delle infrastrutture è materia su cui la provincia di Latina gioca le carte del proprio futuro. Programmare e progettare gli interventi, e indovinare i percorsi per ottenere le risorse necessarie a trasformarli in opere, è la condizione irrinunciabile per far ripartire economia, lavoro, turismo, efficienza dei servizi e per regalare un volto europeo a un territorio che è resta un avamposto del mezzogiorno sempre un po' depresso.
Il Presidente di Ance Latina, Pierantonio Palluzzi, è uno di quelli che scalpita sulla trincea dell'azione e della velocità.

Autostrada Roma-Latina, Bretella Cisterna-Valmontone, nuovo ospedale del capoluogo, Policlinico del Golfo, Porto di Foceverde, Pedemontana di Formia, Terme di Fogliano: è tutta materia che incombe da decenni sul territorio pontino senza trovare mai uno sbocco concreto. Oggi nessuno di questi progetti è realizzato, nemmeno cominciato. Ha una risposta sul perché sia accaduto questo? O meglio, perché nulla di questo sia accaduto?
«Per me i motivi sono essenzialmente due. Il primo è la burocrazia, che frena anche i progetti migliori e perfino quelli già finanziati, come è accaduto per la Pedemontana del Golfo, per la quale circa vent'anni fa erano stati stanziati 200 milioni di euro, mai utilizzati e poi dispersi in altre cose. E in secondo luogo, dove non arriva la burocrazia, interviene l'aspetto finanziario, perché i progetti vanno sostenuti con risorse reali, anche se su questo versante possiamo dire che il denaro si può intercettare, perché i flussi ci sono e le risorse finanziarie non stanno mai ferme. Però, e questo è il punto fondamentale, quando riesci a trovare le risorse finanziarie, devi essere pronto a partire. L'esempio della Roma-Latina è calzante: 460 milioni di euro c'erano, ci sono ancora, ma sono fermi al Cipe. Se qualcuno decidesse finalmente di fare una lettera di invito per partecipare al bando di gara, tra sei mesi ci potrebbe essere l'aggiudicazione. E oggi viviamo in un tempo nuovo, con la possibilità di avere un Commissario dotato di poteri capaci di far correre un progetto».

Qualora si riuscisse a correre, come dice Lei, per l'avvio dei lavori della Roma-Latina, resterebbe il nodo del collegamento tra il nord e il sud della provincia.
«Riesumare il Corridoio Tirrenico non si può, né ritengo possibile infilare un'autostrada in un tratto di territorio di grande pregio ambientale che va da Sabaudia a Gaeta. Bisogna pensare ai collegamenti trasversali. Torniamo allora alla Pedemontana del Golfo e al completamento della 156 dei Monti Lepini portandola al collegamento con la prevista tangenziale nord che dovrebbe collegare Borgo Piave con Borgo San Michele. Così come sarebbe necessaria la bretella Borgo Piave-Borgo Sabotino, essenziale per rilanciare il turismo sulla Marina di Latina, anche in funzione della possibilità di realizzare un porto».

Si coglie una Sua attenzione per l'ambiente, tutta da conciliare con il suo ruolo di Presidente dei costruttori e fautore di un approccio veloce alla progettualità infrastrutturale sul territorio.
«Non vedo contraddizioni in questo. Il Lazio, in fatto di autostrade e rete viaria di competenza regionale, è nettamente al di sotto della media, con una occupazione del suolo molto più bassa rispetto al resto del Paese. Se miglioriamo il sistema stradale, restiamo comunque al di sotto del livello medio nazionale di occupazione del suolo. E va anche detto che dove si viaggia più spediti, si inquina meno. Oggi che siamo in una fase di transizione verso la mobilità elettrica, dobbiamo assolutamente favorire l'introduzione di strade adeguate, e strade adeguate significa anche maggiore sicurezza e un tasso di pericolosità molto inferiore. E non dobbiamo dimenticare di intervenire anche sulla rete ferroviaria, con la linea Roma-Latina assolutamente da rimodernare e anche in questo caso con delle linee trasversali come la Gaeta-Formia e la Terracina-Fossanova da rendere funzionali e appetibili e vantaggiose dal punto di vista della fruizione. Pensare a un futuro di mobilità compatibile, significa cominciare adesso, subito, a mettere in campo iniziative e opere capaci di favorire chi sceglie la mobilità su rotaia e chi l'auto elettrica. A questo proposito, perché non istituire un fondo regionale che consenta forme di pagamento dei pedaggi vantaggiose per chi ha un'auto elettrica? Insomma, è un discorso di complementarietà che deve favorire la libertà di scelta nel movimento da parte di ciascuno».

Siamo partiti parlando di infrastrutture, ma siamo rimasti fermi sulla viabilità e sulla realizzazione di nuove strade, nuovi collegamenti. Bisognerebbe anche domandarsi dove vogliamo andare con queste nuove strade.
«Dobbiamo essere concreti e lucidi: prima realizziamo una rete viaria al passo con la nostra necessità di movimento, capace di dare risposte all'economia del territorio che ha bisogno di espandersi e di correre, e poi puntiamo alle altre opere, che eviteremmo così di realizzare in luoghi tagliati fuori o addirittura isolati dal mondo. E di cattedrali nel deserto, in Italia, ce ne sono fin troppe».

Senta, proprio lei con l'Ance di Latina avete presentato recentemente il progetto del nuovo ospedale, sostenendo che se vi fosse la volontà politica potrebbe vedere la luce in tempi molto rapidi. Ora dice che bisogna fare prima le strade e poi pensare al resto.
«Non è esattamente quello che intendo. Pensiamo al progetto dell'ospedale di Borgo Piave, con una prima fase burocratica già superata e con un finanziamento regionale già previsto: realizzare quell'ospedale nel luogo dove è previsto, ha un senso se il progetto della Roma-Latina prende il via. Domani potremmo dire di aver collocato quella struttura così importante per la comunità pontina nel luogo più idoneo e più facilmente raggiungibile da ogni angolo della provincia. Questo è progettare, e pianificare».

Qualsiasi ragionamento, qualsiasi prospettiva in materia di grandi infrastrutture, rischia di deragliare sui binari della politica e della pubblica amministrazione. Lei crede che la nostra classe politica sia pronta ad affrontare gli scenari che si aprono in questo delicato e difficile momento storico?
«Credo molto nelle potenzialità delle nuove governance delle associazioni di categoria, come Unindustria e Camera di Commercio, perché sono certo che saranno di grande aiuto in un momento in cui mi pare che la classe politica di questa provincia abbia raggiunto la maturità che le consente di cogliere la peculiarità e l'importanza del momento. Adesso, grazie al Recovery fund, sul nostro Paese pioverà un fiume di denaro, e credo che non si debba sbagliare né tergiversare. Torniamo all'autostrada Roma-Latina, quel progetto va realizzato subito, il prima possibile, e non ci sono piani B, non possono essercene, perché qualsiasi piano alternativo comporterebbe altri anni di inutile attesa. E' adesso che vanno intercettate le risorse finanziarie per dare concretezza ai progetti più importanti per cambiare la storia di questo nostro territorio provinciale».