È la dispersione idrica uno degli elementi che più risaltano all'occhio nella classifica sull'ecosistema urbano di Legambiente, dove il capoluogo di provincia è alla 98esima posizione. Diversi gli indicatori negativi che hanno portato Latina nella fascia bassa della classifica, ma tra questi, come si è detto, c'è la dispersione della risorsa idrica nella rete, pari al 70,3%. Un fatto noto da tempo a molti, tra cui alla stessa società che gestisce il servizio, ossia Acqualatina, che proprio a margine dell'indagine presenta al pubblico la serie di interventi che saranno messi in campo nel prossimo futuro.
La situazione delle reti
Quella delle dispersioni idriche è una questione seria e annosa, che coinvolge l'intera rete idrica nazionale. Come rilevato da un'indagine della federazione di settore, Utilitalia, il 60% delle reti italiane è stato realizzato oltre 30 anni fa e il 25% di esse supera addirittura i 50 anni d'età. Questi valori sono ancor maggiori, arrivando rispettivamente al 70% e al 40%, se si parla delle reti idriche urbane dove, viste le portate e le dimensioni delle condotte, sono presenti la stragrande maggioranza delle dispersioni. Nel nostro territorio, l'Ato4-Lazio Meridionale, con reti obsolete e mai ammodernate dalle precedenti gestioni, le ripercussioni di tale invecchiamento sono inevitabili, come ovvio, e richiedono investimenti importanti.
La tariffa e le risorse economiche
Con le risorse messe a disposizione attualmente dalla tariffa, si prevede di portare le perdite fisiche dall'attuale 57% al 46% nel 2032, a fine mandato. Per mettere il sistema idrico dell'ATO 4 totalmente in sicurezza nei confronti di future possibili emergenze, garantendo un più elevato livello di servizio e massimizzando la riduzione dell'impatto ambientale, però, è indispensabile raggiungere, entro il 2032, un tasso di perdite fisiche non superiore al 35%. Tuttavia, quanto previsto dal Piano degli Investimenti è insufficiente, e occorrerebbe aggiungere non meno di altri 150 milioni di euro da destinare esclusivamente a queste attività, se si vuole raggiungere il suddetto obiettivo.
Il piano degli interventi
Il recupero delle perdite di rete è da sempre uno dei punti fondamentali della gestione di Acqualatina e ha acquisito maggiore attenzione dopo l'emergenza siccità del 2017. Un impegno costante e capillare, quello di Acqualatina, che è stato riconosciuto ufficialmente anche dall'ANEA (Associazione Nazionale Autorità ed Enti d'Ambito) nell'audizione alla Camera dei Deputati del settembre 2017. Questa condizione, infatti, ci ha portato a definire nuove priorità, nel Piano degli Interventi, adottando soluzioni strutturali in grado di stabilizzare il servizio idrico nel tempo, anche a fronte di condizioni anomale, attraverso un approccio strategico fondato su tre filoni: il recupero delle perdite di rete (attività principale); il potenziamento delle centrali esistenti e la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento; le interconnessioni. Per poter affrontare questa nuova sfida, la società ha proposto e ottenuto dalla Conferenza dei Sindaci un rafforzamento delle azioni previste nel Piano e un ricollocamento delle risorse economiche precedentemente destinate ad altri interventi. Come detto, però, la copertura della tariffa da sola non riesce a soddisfare le necessità del territorio. Per non gravare sugli utenti, dunque, Acqualatina ha richiesto l'accesso a finanziamenti pubblici: fondo governativo per lo Sviluppo e la Coesione (4,116 milioni di euro, già ottenuti e in corso di affidamento); fondo Protezione civile Ricognizione Fabbisogno Finanziario (richiesti circa 4 milioni di euro); finanziamenti Piano Nazionale Acquedotti (richiesti oltre 11,129 milioni di euro); Recovery Fund (richiesti circa 100 milioni di euro, per il periodo 2021-2026).
Dati tecnici
L'obiettivo del progetto di recupero perdite idriche presuppone un'ottimizzazione degli interventi e l'applicazione di una precisa metodologia. Le azioni previste, che richiedono un'attenta attività di ingegneria e l'applicazione di innovazioni tecnologiche, includono: mappatura informatizzata delle reti, per conoscere l'ubicazione esatta di ogni tubatura, in un'infrastruttura idrica di quasi 4.000km totali, mai rilevata dalle precedenti gestioni; suddivisione delle reti in distretti, così da poter monitorare al meglio il flusso idrico e operare interventi di riparazione celeri e mirati nelle aree che ne necessitano maggiormente; regolazione ottimale della pressione in rete, al fine di ottimizzare la pressione alle utenze e di ridurre le rotture delle condotte e le dispersioni fisiche; analisi e modellazione idraulica delle reti idriche per ottimizzare la progettazione degli interventi di efficientamento; risanamento o sostituzione delle condotte ammalorate, con tecnologie tradizionali o innovative, parte finale del processo. In considerazione delle risorse economiche disponibili, infatti, si è scelto di puntare su soluzioni altamente tecnologiche che permettessero di minimizzare i costi senza inficiare i risultati, quali: droni con termocamera e geolocalizzatore che, grazie alla rilevazione termica del terreno, permettono di individuare con precisione le perdite sotterranee, o ubicate in aree difficili da raggiungere con i mezzi tradizionali, garantendo un risparmio in termini di risorse, tempi e costi; tecnologie "no-dig", che non prevedono scavi, utilizzate per riparare tubature ammalorate e per installare nuove condotte, con una riduzione dei tempi di intervento e, conseguentemente, dei costi sostenuti per la realizzazione delle opere. Inoltre, il ridotto materiale di scarto derivante dai lavori garantisce la massima tutela ambientale. Quindi, il recupero delle perdite richiede tempi di lavoro lunghi ed è per questo motivo che ci siamo attivati, in parallelo, con il potenziamento delle centrali e le interconnessioni.
Esempi di risultati raggiunti
La strategia adottata ha già portato verso un potenziamento e una maggiore resilienza della rete idrica, con un sensibile recupero delle risorse precedentemente disperse. Alcuni esempi di utilizzo delle tecnologie "no-dig": la tecnologia no-dig di pipe-cure denominata TALR applicata alle condotte di Formia ha permesso ad Acqualatina di essere il primo gestore europeo ad utilizzarla per il risanamento delle reti idriche; con l'impiego della suddetta TALR nel distretto idrico di Serapo, nel comune di Gaeta, Acqualatina ha conseguito una riduzione delle perdite di oltre il 65% portando il tasso di dispersione idrica da 200 metri cubi al giorno per kilometro a 71 metri cubi al giorno per kilometro; l'utilizzo della tecnologia Hoselining ha permesso l'ammodernamento di 3 chilometri della condotta che dalla centrale Sardellane arriva sino a Priverno. Alcuni esempi in cui i droni sono risultati fondamentali: individuazione e riparazione di diverse perdite significative sui 10 km della condotta Lenola-Vallecorsa, in un tratto agricolo difficile da raggiungere in altri modi, recuperando 15 litri al secondo; individuazione di perdite occulte nei pressi del serbatoio S. Antonio, a Formia.
Opere in corso e future
Con un importo di circa 8,5 milioni di euro, verranno avviati a breve lavori per il risanamento delle reti nei Comuni di Anzio, Nettuno, Cisterna di Latina, Latina, Sezze, Priverno, San Felice Circeo, Terracina, Fondi. Tali interventi rientrano all'interno del Programma degli interventi approvato nel dettaglio con Deliberazione atto n. 17 della Conferenza dei Sindaci del 20/12/2016 nelle voci specifiche "Risanamento rete idrica" e "Recupero dispersioni fisiche" previste in ogni Comune. Le finalità sono il recupero delle dispersioni idriche e la mitigazione dell'impatto di possibili carenze idriche future, il miglioramento del servizio erogato grazie alla riduzione delle rotture di condotte, e conseguenti interruzioni del servizio, il miglioramento della pressione di erogazione all'utenza e la riduzione dei costi operativi (energetici in particolare).