Lo scontro all'interno dell'Ordine degli avvocati di Latina ha raggiunto, probabilmente, un punto di non ritorno. Nell'arco di pochissime ore si stanno susseguendo comunicati ufficiali che affossano ogni ipotizzabile tentativo di mantenere equilibrio. Sabato tre sigle di altrettante correnti interne, ossia Avvocatura Unita, Anai e Movimento Forense, avevano rivolto un invito «alla responsabilità» all'ultima compagine che guida l'Ordine dopo la sentenza del Tar di due settimane fa. Ieri mattina è arrivata la replica del gruppo dell'attuale governo del Consiglio dell'Ordine che attacca in modo durissimo l'ex Presidente del foro, Giovanni Lauretti, definito l'ispiratore del documento di sabato nonché di «patetiche raccolte di firme» che «non ha avuto il coraggio di firmare ‘l'appello alla responsabilità' e bene ha fatto perché è il solo e vero responsabile dei due commissariamenti dell'Ordine di Latina. Nel 2015 ha deciso di candidarsi nonostante avesse già espletato più di due mandati consecutivi; nel 2017 ha continuato a candidarsi per presiedere anche il breve mandato sino alla scadenza naturale della consiliatura; nel 2019, incurante della sua ineleggibilità, ha ritenuto di doversi ricandidare ancora, salvo poi dimettersi, per evitare gli effetti dell'accoglimento del reclamo elettorale da parte del CNF, che poi lo ha dichiarato ineleggibile...l'appello, più che alla responsabilità, dovrebbe essere rivolto alla riflessione: riflettano, coloro che hanno condiviso quel comunicato stampa, sul ruolo che hanno svolto nel determinare che il voto degli elettori fosse vanificato». Ma strali e insulti a parte, la situazione attuale dell'avvocatura di Latina è tra le più delicate di sempre per la piega che ha preso il dibattito interno.
Il caso
Toghe e veleni, è guerra aperta tra gli avvocati
Latina - Documento durissimo dell’attuale consiglio contro l’ex Presidente. Sullo sfondo il problema della autoproclamazione