L'emergenza sanitaria ha smorzato la festa che i figli e i numerosi nipoti avevano pensato per lei, ma soprattutto ha impedito il giusto tributo che la città avrebbe dovuto rendere per i cento anni di Concetta Loffredi, una donna che incarna la storia della nostra terra, sin dagli albori della bonifica integrale.

Originaria di Sezze, dov'è nata il 10 dicembre 1920, sin dall'età di dieci anni ha iniziato a frequentare la zona dove poi è sorta Littoria. Erano anni difficili per le famiglie della zona, e sin da bambina Concetta e la sorella venivano portate dai genitori a lavorare i campi nelle zone dove c'erano le Lestre, vicino al lago di Fogliano. Il padre le portava giù in primavera e le riportava in paese solo in autunno, ma una volta alla settimana andava a trovarle per portare loro piccole scorte di pane e formaggio, il loro pasto della cena, perché all'ora di pranzo provvedevano gli agricoltori che davano loro l'impiego, offrendo piatti a base di frumento. Una storia che ha ispirato anche un racconto di un libro, quello scritto dalla nuora Graziella.
Poi è iniziata la bonifica e ancora adolescente Concetta ha conosciuto Ermete Iaiza, uno dei pionieri arrivati per colonizzare l'agro redento: impiegato stagionalmente nei campi prima che la sua famiglia ottenesse un podere, è stato poi bersagliere e veterano della Seconda Guerra Mondiale. Tra i tanti sacrifici dell'epoca hanno cresciuto la loro famiglia: hanno avuto sette figli, dei quali quattro sono sopravvissuti alle difficoltà e alle malattie del tempo.

Ora nonna Concetta ha dieci nipoti, diciassette bisnipoti e sette trisnipoti. Una grande famiglia che giovedì avrebbe voluto organizzare per lei una grande festa. Invece i suoi congiunti si sono dovuti accontentare di salutarla dalla finestra per gli auguri a debita distanza, come impone il protocollo anticontagio, con la speranza di poterla abbracciare presto.