C'è la città delle regole e dei diritti sulla carta e a parole, quelle parole che piacciono tanto alla politica, di qualsiasi estrazione sia. E poi c'è la città reale, quella che i diritti se li deve conquistare a fatica ogni giorno, anche su un mezzo pubblico. Il diritto, se hai un handicap, di circolare liberamente anche se in carrozzella, di prendere un autobus senza vergognarti o sentirti osservato, di non provare il disagio di trovarti di fronte un ostacolo dopo l'altro, che siano la pedana che si blocca o le macchine in seconda fila con il mezzo che non può servirsi del marciapiede per farti scendere. Il diritto di non dover combattere, insomma, contro la noncuranza del gestore e l'inciviltà degli automobilisti. Benvenuti a Latina, città del Novecento, anzi no.
Dei diritti, ma tanti dobbiamo ancora conquistarceli. Lo sa bene l'utente in carrozzella che ieri dalla Q4 ha preso un mezzo Csc trovando di fronte a sé una sfilza di barriere: la pedana non funzionava, bloccata probabilmente dall'incuria e non si riusciva ad aprire manualmente, al punto che autista e accompagnatore hanno alzato di peso passeggero e la carrozzella per farlo salire sull'autobus. Stesso problema alla discesa con l'aggravante, vicino alla pasticceria Turi Rizzo nella ztl, delle tante macchine che ostruivano il passaggio impedendo la possibilità di scendere agevolmente. Una odissea raccontata dall'accompagnatore dell'utente sfortunato, che non si ferma qui: «Non è la prima volta che la pedana non funziona, ma i problemi sono tanti: l'altra cosa grave è che non tutti i pullman nello spazio riservato ai disabili in carrozzina hanno la cintura di sicurezza, i bus piccoli non ce l'hanno, i grandi sì, ma non tutti e per chi non è normodotato si rischia ad ogni incrocio e a ogni fermata.
Poi quando le pedane sono fuori uso o non possono appoggiarsi ai marciapiedi per consentire la discesa, devi trovare la collaborazione di utenti e passeggeri, che, va riconosciuto, non manca mai». Più volte sono arrivate segnalazioni da autisti e passeggeri per le fermate occupate o dalla sosta selvaggia degli automobilisti o dai cassonetti. I mezzi Csc hanno le pedane manuali per far scendere le carrozzelle, ma usarle è una impresa per accompagnatori e autisti: dovrebbero poggiare sui marciapiedi per non diventare, con la pendenza, pericolose ma non risulta mai possibile tra auto parcheggiate male e cassonetti, in centro come sul lungomare. Qualche mese fa sollevò il caso delle fermate «occupate» il consigliere Salvatore Antoci.
Fu fatta una ricognizione delle fermate e se ne parlò in commissione, ma ciclicamente e senza controlli, il problema si ripresenta. Senza voler citare, in questo periodo, nche il problema delle corse che saltano con gran frequenza. Una criticità che sembrava risolta due mesi fa con l'intervento del Comune e il ripristino degli orari e delle corse ante emergenza Covid, ma che ultimamente si sta ripresentando per via delle assenze tra il personale dovute a ricoverati Covid, malattie e corsi di formazione: i turni restano scoperti e le corse saltano. La situazione più critica nei quartieri Q4 e Q5, sulla linea Fs e sulla linea F. Secondo i passeggeri, abituali frequentatori delle linee che dalla Q4-Q5 portano in città e che servono un bacino potenziale di 25mila abitanti, sono almeno tre o quattro le corse che saltano al giorno negli ultimi tempi. Insomma se hai un handicap e decidi di prendere un bus, lascia stare i diritti. Meglio affidarsi alla fortuna.