«Non ricordavo una mareggiata così dal 1994. Anche quella del mese di dicembre 2019 è stata violenta ma non così devastante. Temo che alcune attività faranno davvero fatica a rimettersi in piedi e ad essere pronte per la prossima stagione balneare». E' questo il commento del presidente provinciale del Sib, Mario Gangi seriamente preoccupato per il futuro di molte attività ed anche per quello del territorio. Basti pensare infatti a Sabaudia, dove le mareggiate stanno distruggendo la duna in più punti, insomma per intervenire serve una visione di insieme ma soprattutto azioni celeri.

«Non si parla mai solo delle attività sul mare – prosegue Gangi – basti pensare ad esempio all'indotto, a tutto ciò che gira attorno al settore mare dai fornitori ai dipendenti. E poi c'è un discorso legato al territorio ai danni provocati dalle mareggiate Sabaudia è un esempio di quanto l'ambiente possa essere compromesso e di quanto una zona a tutela integrale possa essere a rischio». L'ultima ondata di maltempo ha messo in ginocchio davvero molti balneari, alcune zone sono in sofferenza più di altre. «Purtroppo per la conta dei danni è ancora presto ed è in corso – prosegue il presidente provinciale del Sib – ma dai primi dati ricevuti so che almeno sette attività sono state spazzate via nella Piana di Sant'Agostino a Gaeta, almeno due a Fondi.

E' molto critica la situazione anche a Sperlonga, danni rilevanti sono stati riscontrati a Terracina e Formia. L'auspicio è che le amministrazioni comunali presentino richiesta per lo stato di calamità. Stiamo parlando di realtà fortemente penalizzate, come tutte del resto nel Paese, a causa dell'emergenza Covid-19 e che ora dovranno cercare di rialzarsi per la prossima stagione balneare. Non so se tutti riusciranno e se quelli che in questo clima di incertezza decideranno di investire nuovamente saranno al 100% delle proprie capacità la prossima estate». Tanta incertezza che però non riguarda solo i balneari. «Troppo spesso le opere a difesa della costa – conclude Gangi – vengono messe in campo in ritardo e talvolta non vengono realizzate nel modo giusto. Occorre avviare interventi che non si perdano nei tempi della burocrazia. Per il momento non posso fare altro che esprimere solidarietà agli operatori colpiti in attesa di un quadro più completo per poi decidere le azioni da intraprendere». Insomma, i tempi preoccupano davvero molto sia per la sorte delle attività che per i danni inflitti sui singoli territori che in alcuni casi stanno cambiando volto, davvero troppo rapidamente.