«Ho incontrato un lupo da bambina, me ne sono innamorata e da allora continuo a seguirne le tracce, portandomi dietro tutti quelli che di un viaggio apprezzano il percorso prima della meta». Valeria De Meo, naturalista, guida ambientale, si lascia intervistare il giorno dell'Epifania quando è più facile parlare di folletti, streghe, favole e quindi anche di lei stessa, che è una specie di Cappuccetto Rosso con questa storia del lupo, impresso anche come icona dello stemma professionale che usa quando accompagna gli amanti della montagna nelle passeggiate notturne sugli Aurunci, tra Formia, Itri ed Esperia. Lì il lupo c'è ma non si fa incontrare, piuttosto di fa sentire, lascia orme, ululati. Ma finora mai un incontro ravvicinato.
Perché una «nativa» del mare fa la guida ambientale in montagna?
«Colpa dei miei genitori e della loro passione per la montagna. Mi portavano spesso in Abruzzo, dove ho incontrato il lupo, appunto. All'inizio ho provato a fare la ricercatrice, dopo la laurea in Scienze Naturali, ma poi ho deciso di seguire questa passione e di trasformarla in professione»
Esattamente di che professione parliamo?
«Guida ambientale escursionistica - Gae. Esiste un'associazione riconosciuta dal Ministero delle Attività produttive e un segmento turistico in crescita nonché un movimento che vuole promuovere un modo biocompatibile di vivere la montagna».
Lei fa escursioni in notturna sugli Aurunci, passeggiate con la luna piena nei boschi, alla ricerca di erbe. Chi sono i suoi compagni di viaggio?
«Viaggiatori speciali, che vogliono vivere un'esperienza, non solo fare un tragitto. E' una continua scoperta di suoni e di silenzio, di animali e piante. Per quanto mi riguarda ritengo fondamentale il rispetto dei luoghi. Per questo mi dispiace quando nelle escursioni incontro persone che pensano di stare al centro commerciale. Devi avere cognizione del luogo in cui ti trovi e comportarti di conseguenza».
I suoi coetanei laureati scappano dal centro sud dell'Italia perché non c'è lavoro. Lei è un'eccezione, lo sa?
«Mica tanto. E' vero che il lavoro è difficile da trovare qui, ma io credo che bisogna anche seguire le proprie passioni. Poi magari non avrai il conto in banca con tanti zeri ma farai ciò che ti piace. Ad ogni modo c'è un ritorno alla terra, all'economia che oggi si chiama green, un termine che non mi piace molto ma che in qualche modo esprime una tendenza anche dei giovani a tornare alle origini, a ciò che i nostri genitori hanno lasciato».
Quindi ai laureati consiglia di provare a restare?
«Se hanno una passione da seguire e in cui credere sì»
Chi si incontra in montagna, umani intendo?
«Persone che hanno bisogno di simbiosi con i boschi, alcuni sono figure fisse lungo i sentieri, silenziose, con una loro spiritualità».
Il sentiero che deve ancora percorrere?
«E' un progetto: Altavia dei Monti Aurunci, la scoperta di luoghi straordinari spiegata a piccoli passi. E poi spero di incontrare un lupo anche qui, quando e se deciderà di farsi vedere».