Le sviste della curatela fallimentare nella gestione del complesso immobiliare Pennacchi finito all'asta, hanno spinto uno dei consiglieri del Cda dell'azienda pignorata a presentare un formale ricorso, la scorsa settimana, presso la Sezione esecuzioni immobiliari del Tribunale di Latina. Assistito dall'avvocato Maria Antonietta Cestra, il ricorrente invoca la sospensione della vendita giudiziaria, al via tra una settimana, e una nuova valutazione della proprietà attraverso una consulenza tecnica d'ufficio che tenga conto di quelle criticità rischiose per la gestione futura del mega condominio.
Come segnalato attraverso il ricorso, la gestione della curatela non ha tenuto conto di aspetti fondamentali per il futuro degli immobili pignorati. Aspetti legati alla natura dell'impresa immobiliare che ha portato alla realizzazione del complesso nei primi anni ‘60 e ha mantenuto intatta la sua natura fino alle soglie dell'esecuzione. Perché il Pennacchi non è solo il grattacielo di ventidue piani, ma comprende, sotto il controllo di un unico proprietario e gestore, l'intero isolato compreso nel perimetro racchiuso tra Corso Matteotti, via Don Morosini e le traverse che le collega, ossia via Adua e via Pisacane.
Proprio così, nello spazio dove sorgeva la Casa del Contadino, i Pennacchi realizzarono la torre più alta, ma anche due condomini rispettivamente da otto e dieci piani, tutti collegati da un piano interrato adibito a garage e servizi comuni, una piastra commerciale al livello della strada e un piano di uffici. Un mega condominio che non è mai stato scorporato: la proprietà non ha mai venduto neppure un metro quadro e ha sempre gestito l'intero complesso attraverso contratti di locazione e suddivisione delle utenze in base a parametri ben precisi, perlopiù basati sulle dimensioni e sulla tipologia delle singole unità immobiliari.
Questo vuol dire che gli impianti energetici sono in comune, come gli spazi comuni, che oltretutto rimangono in carico alla società pignorata e attualmente vengono condivisi con gli inquilini sulla base dei contratti stipulati. Questo rende ingestibile il mega condominio in vista della vendita delle singole unità con aste diverse: l'intero patrimonio è stato suddiviso in 265 lotti di vendita che comprendono appartamenti, negozi e garage. Oltretutto alla vecchia proprietà sono stati lasciati 87 immobili svincolati dal pignoramento, ma collocati in ordine sparso tra le tre palazzine, complicando ulteriormente la gestione.