Emerge la chiara volontà di aggirare gli impedimenti urbanistici dietro alla richiesta della società che intendeva trasformare una vecchia officina di via del Gionchetto nel nuovo deposito degli autobus del trasporto pubblico locale, quindi al servizio della CSC Mobilità che gestisce il servizio per conto del Comune. Traspare in maniera chiara dalla ricostruzione dell'iter che l'ente municipale ha compiuto nell'ambito della procedura conclusa con la decadenza della Scia presentata dall'impresa Amati Pneus Group, società che dovrebbe occuparsi della manutenzione degli autobus e avrebbe preso in carico la gestione del piazzale con annessa officina.

Secondo la vocazione urbanistica del quartiere Gionchetto, alle porte della città, non era possibile trasformare quell'area, in origine un piazzale di ghiaia, nel nuovo deposito dei bus comunali, molto più vicino al centro, e per questo ritenuto più comodo, rispetto a quello utilizzato dal vecchio gestore in strada Congiunte Destre. Probabilmente chi ha manovrato l'operazione poi abortita, doveva sapere dell'incompatibilità urbanistica, e infatti la Scia era stata presentata in maniera tale da poter aggirare l'impedimento.

Stando agli atti richiamati dall'ufficio Suap in occasione della recente decadenza, ufficialmente l'utilizzatore del sito, ovvero la società che avrebbe offerto il servizio alla CSC Mobilità, intendeva realizzare un'autorimessa intesa come officina con annessi spazi riservati alla sosta di mezzi sottoposti a manutenzione. Peccato che la stessa società si sia contraddetta, chiedendo espressamente ai Vigili del Fuoco l'autorizzazione al parcheggio di 44 autobus e tre autovetture in un'area di 4.460 metriquadri. Una difformità sostanziale che i tecnici del Suap descrivono così: «Rilevata, in merito all'utilizzo del piazzale, l'incongruenza e la contraddittorietà tra quanto asseverato nella relazione tecnica del professionista incaricato, quanto affermato nella memoria partecipativa e quanto emerge dalla nota dei Vigili del Fuoco» che dal canto loro avevano dato l'ok, al di là dell'incompatibilità di natura urbanistica.

In questa vicenda il dolo sembra evidente, visto che fosse chiaro come la società CSC Mobilità intendesse trasferire il deposito degli autobus e già dal marzo del 2019 i residenti del quartiere Gionchetto avevano presentato una petizione per denunciare la loro contrarietà al progetto. Resta da chiarire se il Comune avrebbe comunque avviato l'iter per la verifica della Scia nel caso in cui l'associazione di tutela dei consumatori Codici non avesse sollevato il polverone che ha accompagnato la bocciatura del progetto. Dopo tutto la società locataria dell'area aveva avuto tutto il tempo di ultimare i lavori di trasformazione del sito, cementando l'intero piazzale prima che potesse arrivare la decadenza della Scia: ci si chiede a questo punto se il Comune intenda perseguire anche il ripristino dei luoghi come prevede la legge.