Lo avevamo raggiunto telefonicamente il 12 agosto, quando il contagio nel nostro Paese, dopo la tregua post-lockdown, aveva ripreso a viaggiare veloce. Insomma nel periodo dei cosiddetti "casi di rientro" dalle vacanze, in un momento in cui il via libera alle ferie aveva dato il là alla risalita esponenziale delle positività da Covid-19. Con Francesco Le Foche avevamo parlato nel periodo clou delle sperimentazioni dei nuovi vaccini, da quello Pfizer a quello Moderna, passando per l'antidoto prodotto da AstraZeneca, in contemporanea con l'inizio della Fase I, allo Spallanzani, per la verifica sul siero italiano della ReiThera. Sono passati sei mesi, giorno più giorno meno, da quando abbiamo intervistato il responsabile del Day Hospital di immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I, nonché stimato professore universitario. L'immunologo nato e cresciuto a Sezze, ma trapiantato nella Capitale, ad agosto aveva previsto tutto. «I vaccini saranno fondamentali per la cura del SarsCov2 – ci aveva dichiarato in estate – Ma io punterei molto anche sugli anticorpi monoclonali, arriveranno a fine anno, ma se vogliamo essere meno ottimisti diciamo che li avremo disponibili da noi tra gennaio e febbraio. Iniettato intramuscolo può azzerare il virus. Si tratta di una terapia innovativa che potrebbe diventare decisiva accompagnata alla campagna vaccinale. Questi anticorpi saranno lo spartiacque e potranno annientare il SarsCov2, siamo a buon punto. Dobbiamo temporeggiare fino alla fine del 2020».

E adesso che l'Aifa ha autorizzato il medicinale nel nostro Paese, ci siamo ricordati delle sue parole e, così, abbiamo deciso di sentirlo di nuovo per parlare con lui degli anticorpi monoclonali, prodotti alla Bsp Pharmaceuticals di Latina Scalo. «E' un'arma importante, come avevamo detto, e finalmente autorizzata d'urgenza dall'Agenzia del Farmaco – ha sottolineato Francesco Le Foche – ne abbiamo due a disposizione, oltre alla produzione di Regeneron si potrà contare anche sul farmaco della Eli Lilly che conosciamo bene visto che viene realizzato proprio lì da voi, a Latina. L'autorizzazione all'uso per le terapie è un grande risultato. Stiamo parlando di farmaci che hanno uno studio antico, iniziato nel 1975, che ha portato alla nascita di anticorpi tutti uguali, da qui il nome di monoclonali per indicare la presenza di una sola monoclonalità. Nel tempo hanno avuto un ruolo importante per la diagnosi di alcune patologie e adesso hanno un ruolo fondamentale per la cura delle malattie infettive. Si tratta di una immunoterapia passiva, a differenza di quella del vaccino che è attiva. Stiamo per vedere la fine del tunnel. Quello da poco autorizzato è un farmaco che puo' salvare vite umane e dare respiro alle nostre strutture ospedaliere. I 1.500 euro di spesa per una dose non rappresentano assolutamente una cifra elevata se si pensa che una terapia intensiva costa quasi 5mila euro al giorno. Verrà messa in campo una strategia sul territorio decisiva da utilizzare a domicilio per trattare i casi più fragili, le persone con comorbità che rischiano di andare verso una patologia grave. Trattando queste persone a casa non sarà necessario il ricovero ospedaliero. Gli anticorpi dovranno essere garantiti alle persone entro i primi tre o quattro giorni direttamente nel loro domicilio, per avere una riduzione della ospedalizzazione del 70 percento. In poche parole si tratta di una straordinaria conquista».