Continua a far discutere il progetto del futuro "Giardino crematorio" che dovrà sorgere in località Sant'Angelo a Gaeta. Negli ultimi giorni infatti, è nata una petizione pubblica a firma di alcuni cittadini di Gaeta, proprio contro la nascita di questa struttura in una zona, secondo quanto affermato da loro, circondata da abitazioni e attività commerciali.

I presidenti dei vari comitati spontanei infatti, hanno anticipato le altre iniziative, quali informare la popolazione su rischi e impatti tramite passaparola, volantinaggio, comunicazione via social e stampa, incontri e non si esclude un ricorso al T.A.R. Lazio. «No Inceneritore di Gaeta – hanno dichiarato - il forno crematorio che il Comune intende realizzare in zona sant'Angelo. È stata lanciata questa raccolta firme per fermare il progetto. Nella raccolta vogliamo coinvolgere anche i comitati di quartiere, e dialogheremo con vari rappresentanti politici, comunali, regionali, nazionali ed europei, per bloccare l'iniziativa. Il comitato non ha colore politico, è trasversale, è una battaglia di buon senso». Il gruppo ha evidenziato soprattutto la "non idoneità" della città nell'accogliere un nuovo inceneritore, "attività industriale insalubre di prima classe": «Non ci sono studi che tranquillizzano la popolazione, ci sono gravi rischi sulla salute e sulla qualità delle acque. In passato, pochissime persone hanno scelto di cremarsi e un inceneritore non risolverebbe minimamente l'ipotetico problema della mancanza dei loculi. Non si può infatti costringere la gente a cremarsi, l'autorizzazione alla cremazione è concessa nel rispetto della volontà espressa dal defunto o dai familiari. C'è una legge, la 130».

«Inoltre – hanno continuato a spiegare - l'area dove sorgerebbe è vicino alle abitazioni, con i conseguenti rischi per la salute e le potenziali, negative ricadute economiche sugli immobili e sull'economia locale in settori come l'agricoltura e il turismo. Le principali agenzie mondiali parlano di rischi per la salute e nel territorio nazionale questi impianti chiudono e riaprono per sforamento. A 20 metri ci sono delle case dove risiedono bambini quelli che bisogna preservare per il futuro e a 200 metri un famoso sito archeologico». Proprio nella scorsa seduta consiliare, i consigliere di minoranza Emiliano Scinicariello, ha messo in evidenza a suo dire, delle questioni non del tutto chiare riguardo i pareri rilasciati dai diversi enti. Primo fra tutti quello dell'Asl, dalla quale pare non sia pervenuta una risposta in merito.