C'è poco da fare: se ci si chiede quali siano le categorie che più di tutte stanno soffrendo a causa delle imposizioni dettate dall'emergenza Covid-19, la prima a cui si pensa è sempre quella dei ristoratori. Certo, ce ne sono molte che, mai come ora, si trovano con le spalle al muro, come le palestre o le società sportive. Ma il mondo dei ristoratori è stato il primo a risentire del duro colpo inferto prima dalle chiusure e adesso delle rigide regole da rispettare, dai tavoli con massimo quattro persone alle distanze tra un tavolo e l'altro, passando per la possibilità di restare aperti solo a pranzo, mentre per la cena sono consentiti soltanto l'asporto o la consegna a domicilio.

Regole che tutti – o almeno la stragrande maggioranza – hanno seguito alla lettera, ma nonostante ciò le restrizioni hanno causato una considerevole perdita di indotto. E tanti sono stati addirittura costretti a chiudere. Ma è sicuro che i locali siano luoghi di diffusione del contagio? Secondo il presidente di Fipe Confcommercio Lazio Sud, Italo Di Cocco, ci sarebbe almeno un modo per rispondere a questa domanda, una volta per tutte.

Presidente, i ristoratori sono in ginocchio a causa delle restrizioni da Covid-19. Cosa si potrebbe fare per la categoria?
«A mio avviso sarebbe utile avere dati certi e disponibili sui luoghi frequentati da coloro che hanno contratto il Covid-19. Secondo quanto pensano anche i consiglieri e membri di giunta delle province di Latina e Frosinone, sarebbe utile se tutti i drive-in sottoponessero a coloro che effettuano il tampone e risultano positivi al Covid-19 una scheda in cui vengono poste delle semplici domande».

A cosa potrebbe servire questa indagine?
«L'utente che ha contratto il virus, potrebbe indicare se nei 20 giorni precedenti alla data in cui ha scoperto di avere il Coronavirus ha frequentato ristoranti, supermercati, centri commerciali, treni, autobus o istituti scolastici. Il questionario sarebbe chiaramente anonimo, in modo da tutelare i dati personali di chi lo sottoscrive, ma sarebbe utile per costruire una banca dati su cui effettuare analisi e approfondimenti. E da qui potremmo finalmente capire se i ristoranti sono veramente veicolo del Covid».

Ad oggi, però, la Asl già dispone di questi elementi...
«Ad oggi la Asl di riferimento già lavora sul tracciamento dei contatti, ma i dati che vengono fuori non sono nella disponibilità di tutti. Non è possibile, dunque, riflettere sui risultati e effettuare un'analisi statistica su quali sono i luoghi frequentati da chi ha contratto il virus e quali sono quindi quelli più a rischio su cui andare ad istituire regole più stringenti».

Qual è la situazione dei ristoranti delle province di Latina e Frosinone?
«Ad oggi possiamo dire con certezza che i ristoranti sono una delle categorie più penalizzate, insieme ad altre, sebbene siano rispettate in maniera ferrea le regole per tenere lontano il virus. Un'analisi statistica sui luoghi frequentati da chi ha contratto il virus potrebbe mostrare se davvero è al ristorante luogo di contagio oppure no, come chi opera nel settore ritiene. Sebbene sia complicato trarre conclusioni dagli elementi, sarebbe un punto di inizio utile per orientare le nuove decisioni di governo che, chiaramente, hanno un forte impatto economico sulla popolazione».