Se qualcosa è cambiato dopo 5 anni di amministrazione Coletta, lo è stato in peggio. Valentina Pappacena, presidente dell'associazione Valore Donna ne è convinta. Da anni, con l'associazione, si occupa di sociale, e il settore, a suo dire, è stato gestito in maniera negativa in questi anni. A darle manforte è Ferdinando Tripodi, responsabile welfare per Forza Italia Giovani.
Il peggioramento delle condizioni economiche e sociali di alcune persone con l'emergenza Covid ha peggiorato il quadro già non edificante. «La Città vive uno stato di abbandono e degrado allarmante, le periferie sono state completamente dimenticate, i borghi sono terra di nessuno, per non parlare dei Servizi Sociali, tema che ci sta più a cuore - spiegano Valentina Pappacena e Ferdinando Tripodi - Sono anni ormai che i Servizi Sociali del Comune di Latina non sono in grado, e lo hanno dimostrato in diverse occasioni, esempio di questi mesi la tardività dei buoni spesa e gli affitti covid che ad oggi nessuno sa che fine abbiano fatto, a far fronte a quelle che sono le problematiche che moltissimi cittadini sono purtroppo costretti a vivere». L'accusa nei confronti dei servizi sociali è quella di essere lenti e di rispondere con ritardo alle necessità dei cittadini. «Ebbene, nonostante i cittadini si rivolgono ai servizi sociali competenti, si trovano costretti a dover entrare in un tunnel di lentezza e burocrazia che troppo spesso purtroppo non porta da nessuna parte. Non esiste ad oggi una organizzazione forte, di supporto immediato e concreto in tutte quelle occasioni di estrema difficoltà. Non si può pensare che una famiglia che ha quasi un reddito inesistente debba attendere mesi prima che i servizi sociali diano effettivamente una mano. Non si può tollerare, che chi rischia di non aver un tetto sopra la testa a causa della non possibilità di far fronte ad un affitto, debba fare mesi e mesi di colloqui con gli assistenti sociali prima di riuscire, sempre che tutto vada bene, ad avere un aiuto concreto per non finire in mezzo ad una strada».
Tra qualche mese si vota, e Pappacena e Tripodi sono convinti sia necessario un cambio di rotta. «Abbiamo bisogno di un nuovo Welfare che non si traduca in mero assistenzialismo, ma che rassicuri i cittadini, che metta al primo posto tutti quei casi di emergenza che non possono essere posticipati. Serve fare il possibile per accelerare e porre un rimedio veloce in tutte quelle occasioni dove i cittadini e le famiglie vivono dei disagi estremi. Le chiacchiere per chi ha fame purtroppo non servono a nulla e la perdita di tempo non fa altro che peggiorare una situazione già tristemente difficile. E' anche per questo che ci chiediamo dove finiscono i fondi, quelli destinati ai Servizi Sociali, perché o sono insufficienti o la verità è che non si sanno spendere. Ebbene, crediamo che bisogna urgentemente e senza più rinvii, ripartire dal sociale. Bisogna farlo rafforzando il sistema ed eliminando laddove possibile una burocrazia che paralizza i problemi dei cittadini e li amplifica. Creare una corsia di emergenza per tutti quei casi che non possono essere posticipati a data da destinarsi. Usare i fondi disponibili dei Servizi Sociali per aiutare velocemente e concretamente tutti quei nuclei familiari che hanno bisogno di sostegno e supporto».