"Cosa è stato fatto negli ultimi anni nel settore dei Servizi sociali del Comune di Latina? Elencare tutte le cose fatte sarebbe ridondante, ma è opportuno riflettere su alcuni passaggi importanti". Così il consigliere comunale di Lbc, Marina Aramini, risponde a quanto dichiarato nei giorni scorsi da Valentina Pappacena e Ferdinando Tripodi, rispettivamente presidente di Valore Donna e responsabile welfare di Forza Italia Giovani.
"La legge regionale numero 11 del 2016, entrata in vigore appena insediato il governo di Lbc, in recepimento di varie e importanti normative, ma soprattutto la legge 328 del 2000 - legge quadro sul sistema integrato di interventi e servizi sociali - è stata immediatamente recepita da questa amministrazione - ha dichiarato Aramini - Dal mero assistenzialismo si è passati al protagonismo della persona, ad una programmazione integrata: per la prima volta il distretto è di tipo sociosanitario e sovracomunale, i vari enti hanno iniziato a dialogare tra loro e con la Asl, a programmare in modo continuo e proficuo rendendo possibile peraltro la velocizzazione delle procedure persino in tempo di pandemia. A tal riguardo ricordiamo: l'attività speciale di supporto per i bambini con disabilità, la presa in carico delle persone positive al covid del dormitorio (che ha messo in gioco competenze sia della Asl che del Comune), la rimodulazione dei servizi per non interrompere nulla, la riapertura dei centri diurni. Circa 4000 domande di buoni spesa sono state evase, con la presa in carico di circa 2000 nuove famiglie; ci si è subito attivati per i pacchi alimentari, mettendo in moto una macchina che non si è mai fermata, ancor prima dei finanziamenti statali e regionali con il coinvolgimento di protezione civile, Croce Rossa, Caritas, associazioni".
"Appena dopo l'insediamento di LBC l'obiettivo prioritario è stato quello di affrontare la specificità della persona attivando attivando interventi con il terzo settore, già a partire dal bando del 2016 con una più efficace utilizzazione del codice degli appalti. Questa è innovazione si è evoluta ancora di più nel nuovo bando 2020 che ha utilizzato anche il codice del terzo settore (decreto legislativo 117 del 2017), inserendo con più energia l'istituto della coprogettazione, scelta fondata su progettualità vere volte a rivoluzionare il servizio nell'ottica della maggiore efficacia ed efficienza. L'intero servizio risulta suddiviso ora non più per categorie di persone, ma per tipologia di intervento: assistenza domiciliare, assistenza scolastica e semiresidenzialità. Questa amministrazione ha innovato in modo virtuoso tutta l'organizzazione del servizio i cui dipendenti si sono prodigati al massimo per l'ottimale riuscita di qualcosa che non potrà essere cancellata con un colpo di spugna".
Ecco perché leggere che i servizi di Welfare del Comune di Latina non siano migliorati negli ultimi anni stupisce, sembra quasi un'allucinazione. Ci vuole un bel coraggio per fare certe affermazioni, tra le quali – purtroppo ormai sembra essere di moda tra i detrattori di questa amministrazione – non troviamo una proposta, ma solo critiche vuote e strumentali".
Se qualcosa è cambiato dopo 5 anni di amministrazione Coletta, lo è stato in peggio. Valentina Pappacena, presidente dell'associazione Valore Donna ne è convinta. Da anni, con l'associazione, si occupa di sociale, e il settore, a suo dire, è stato gestito in maniera negativa in questi anni. A darle manforte è Ferdinando Tripodi, responsabile welfare per Forza Italia Giovani.
Il peggioramento delle condizioni economiche e sociali di alcune persone con l'emergenza Covid ha peggiorato il quadro già non edificante. «La Città vive uno stato di abbandono e degrado allarmante, le periferie sono state completamente dimenticate, i borghi sono terra di nessuno, per non parlare dei Servizi Sociali, tema che ci sta più a cuore - spiegano Valentina Pappacena e Ferdinando Tripodi - Sono anni ormai che i Servizi Sociali del Comune di Latina non sono in grado, e lo hanno dimostrato in diverse occasioni, esempio di questi mesi la tardività dei buoni spesa e gli affitti covid che ad oggi nessuno sa che fine abbiano fatto, a far fronte a quelle che sono le problematiche che moltissimi cittadini sono purtroppo costretti a vivere». L'accusa nei confronti dei servizi sociali è quella di essere lenti e di rispondere con ritardo alle necessità dei cittadini. «Ebbene, nonostante i cittadini si rivolgono ai servizi sociali competenti, si trovano costretti a dover entrare in un tunnel di lentezza e burocrazia che troppo spesso purtroppo non porta da nessuna parte. Non esiste ad oggi una organizzazione forte, di supporto immediato e concreto in tutte quelle occasioni di estrema difficoltà. Non si può pensare che una famiglia che ha quasi un reddito inesistente debba attendere mesi prima che i servizi sociali diano effettivamente una mano. Non si può tollerare, che chi rischia di non aver un tetto sopra la testa a causa della non possibilità di far fronte ad un affitto, debba fare mesi e mesi di colloqui con gli assistenti sociali prima di riuscire, sempre che tutto vada bene, ad avere un aiuto concreto per non finire in mezzo ad una strada».
Tra qualche mese si vota, e Pappacena e Tripodi sono convinti sia necessario un cambio di rotta. «Abbiamo bisogno di un nuovo Welfare che non si traduca in mero assistenzialismo, ma che rassicuri i cittadini, che metta al primo posto tutti quei casi di emergenza che non possono essere posticipati. Serve fare il possibile per accelerare e porre un rimedio veloce in tutte quelle occasioni dove i cittadini e le famiglie vivono dei disagi estremi. Le chiacchiere per chi ha fame purtroppo non servono a nulla e la perdita di tempo non fa altro che peggiorare una situazione già tristemente difficile. E' anche per questo che ci chiediamo dove finiscono i fondi, quelli destinati ai Servizi Sociali, perché o sono insufficienti o la verità è che non si sanno spendere. Ebbene, crediamo che bisogna urgentemente e senza più rinvii, ripartire dal sociale. Bisogna farlo rafforzando il sistema ed eliminando laddove possibile una burocrazia che paralizza i problemi dei cittadini e li amplifica. Creare una corsia di emergenza per tutti quei casi che non possono essere posticipati a data da destinarsi. Usare i fondi disponibili dei Servizi Sociali per aiutare velocemente e concretamente tutti quei nuclei familiari che hanno bisogno di sostegno e supporto».
di: La Redazione