"Per coniugare la sicurezza sanitaria con lo sviluppo economico, in questa fase della pandemia, ritengo necessario da una parte chiudere selettivamente i territori provinciali, o meglio parte di essi nel caso in un particolare comune ci fosse un focolaio; dall'altra ricominciare ad aprire la sera i locali liÌ, dove i dati infondano fiducia. EÌ infatti importante scendere di scala e non ragionare piuÌ in termini regionali, cosiÌ da evitare che un provvedimento restrittivo colpisca anche dove non sia necessario. Non possiamo permettercelo a livello economico. Quindi bisognerebbe arrivare a normare a livello nazionale misure chirurgiche, in ambiti territoriali ristretti. Un cambio di passo di questo genere darebbe una boccata d'ossigeno al comparto dell'ospitalitaÌ a tavola (Horeca) e non solo".
Lo ha dichiarato Paolo Bianchini, Presidente di MIO Italia, Movimento Imprese OspitalitaÌ.
"Ormai siamo al primo compleanno del primo blocco causa pandemia. Non si puoÌ piuÌ navigare a vista. Ancora non c'eÌ stato il chiarimento, piuÌ volte richiesto in questi mesi, sul percheÌ 30 persone a pranzo in un ristorante, non possono esserci a cena. La sicurezza, secondo i protocolli governativi, eÌ stata sempre rispettata. Ecco percheÌ ora si chiedono interventi chirurgici. EÌ in gioco non solo il comparto, ma tutta l'eccellenza della nostra cultura del cibo conosciuta ed apprezzata in ogni parte del mondo. Ci aspettiamo davvero un "passo avanti" dal nuovo governo".
Aggiunge cosiÌ Ferdinando Parisella, Segretario Nazionale di MIO Italia.