In pochi giorni l'assetto dei vertici dell'Ente Parco del Circeo è diventato un caso piuttosto complicato per il Ministero dell'Ambiente. Il quale ha l'ultima parola per la nomina delle due cariche vacanti, ossia quelle del Presidente e del direttore.
Nello stesso contesto temporale il Parco non ha più nell'uno né l'altro.

Antonio Ricciardi ha infatti lasciato la Presidenza per addotti motivi personali e l'ex direttore Paolo Cassola ha terminato il mandato, pur avendo partecipato alla selezione la cui procedura è, al momento, bloccata.

Gli scenari possibili non sono molti, è probabile che l'Ente Parco resti per qualche tempo privo di governance ma l'ipotesi più accreditata è che si arrivi alla nomina di un commissario in tempi piuttosto celeri, visti anche i molti impegni improrogabili del Parco.
Tanto è vero che si sta pensando ad un commissariamento veloce e già circola qualche nome e il più accreditato è quello dell'ex Presidente, Gaetano Benedetto, il quale non avrebbe incompatibilità per questo ruolo qualora il Ministero chiedesse proprio a lui di svolgere un lavoro da traghettatore in attesa della nomina di un altro Presidente, anch'essa di competenza del Ministero e legata ad equilibri politici che in questo momento di gestione tecnica del Governo sono più difficili da raggiungere.

Nel frattempo, però, si fa facendo più chiara la mappa del potere all'interno del consiglio nel quale Antonio Ricciardi non era «amato», anzi risulta avversato da una quota rilevante di consiglieri i quali già a dicembre gli avevano votato contro in relazione alla rosa dei tre papabili direttori.

Erano pronti a fare altrettanto e a chiedere un consiglio nel quale approvare una nuova terna i rappresentanti dei Comuni di San Felice Circeo, ponza e (a sorpresa) anche Latina, oltre al membro di Ispra.

In pratica Ricciardi aveva come unici alleati il Comune di Sabaudia, che resta fondamentale nella bilancia del potere del Parco in quanto ne ospita la sede e l'area più importante, e il Ministero a guida dell'ex Ministro Costa.

Una situazione difficilissima, che non è nemmeno archiviata poiché adesso non si sa quale decisione sarà assunta sul nodo del direttore del Parco, se cioè si procederà al rinnovo della terna dei candidati sulla base delle domande già presentate col bando precedente o se si arriverà ad annullare del tutto il bando indicendone uno nuovo con la riapertura delle domande. Ciò che voleva fare Antonio Ricciardi nel consiglio direttivo che avrebbe convocato per oggi se non avesse, infine, deciso di dare le dimissioni. La fronda interna, soprattutto il Comune di San Felice Circeo, pare fosse pronta a presentare una seconda richiesta di consiglio con un ordine del giorno in tutto diverso. Così, oggettivamente non si poteva andare avanti, né da soli , né sotto gli occhi, preoccupati, del Ministero dell'Ambiente. A questo punto una decisione sulla selezione del direttore non potrà che essere assunta dal futuro commissario straordinario.