Lo si è visto in giro per le campagne a raccogliere dati sui braccianti e nelle piazze con un vecchio megafono a parlare dei contratti nel commercio. E' un segretario della nuova generazione della Cgil, Giovanni Gioia, che ha 44 anni e contribuisce al rinnovamento anche dentro il sindacato. Però viene dalla vecchia scuola il neo segretario per Latina e Frosinone, ecco perché si porta dietro quel megafono, bandiere in macchina, agenda per prendere appunti con la penna insieme al tablet, e comunque non è molto presente sui social, non perde di vista la realtà e resta, come dice lui stesso, un operaio della «Plasmon».

«Fatemi un grande ‘in bocca al lupo'. - dice Gioia - Sono felice, un po' stordito da tanta responsabilità e ringrazio la Cgil per il coraggio di credere nelle nuove leve, anche se io debbo molto, forse tutto, all'insegnamento di Anselmo Briganti (il segretario uscente della Cgil ndc). In pratica sono già all'opera. Ho chiesto un incontro unitario per affrontare temi delicati come la programmazione delle azioni per accompagnare la ripresa, l'attenzione per gli appalti e un'osservazione attentissima sul rispetto della dignità dei lavoratori. Ci tengo che questa cosa sia sottolineata».

Prima di diventare segretario generale per Latina e Frosinone Giovanni Gioia è stato delegato della Flai, da dipendente della Plasmon, poi segretario della categoria anche in ambito regionale, quindi il passaggio alla Filcams. «Sono due settori entrambi delicati e sotto pressione - aggiunge - e i lavoratori mandano avanti delle realtà complesse. Se pensiamo che, nonostante tutto quello che ci è successo, ancora adesso possiamo contare su realtà di vera eccellenza, beh questo è da solo un elemento che infonde fiducia. Ora dobbiamo seguire la fase vaccinale e contribuire davvero tutti a uscire dall'emergenza sanitaria. Poi si potrà iniziare con la ripresa economica che, lo sappiamo già, sarà più difficile e lunga. Tuttavia io vedo in questo scenario un'opportunità. Se sapremo coglierla potremo attuare quelle riforme che non siamo mai riusciti a fare in tempi normali». Una delle ultime vertenze seguite da segretario di una categoria, quella del commercio e turismo, ha dimostrato che alcuni diritti vanno difesi in ogni momento storico ed economico. Ed è il caso dei lavoratori di Panorama. Il gruppo cambia pelle, in parte chiude, in parte vende. Il mese di febbraio Gioia con i lavoratori dell'ipermercato ha organizzato un sit in a settimana.

«Pure due - racconta - e ho capito per l'ennesima volta che la tutela dei diritti dei lavoratori è un percorso che non finisce mai, che ogni giorno trovi un ostacolo e cerchi una soluzione. Ciò che ritengo importante è mantenere un solido canovaccio cui aggiungere tasselli. Se guardo questo territorio adesso, penso che dobbiamo attrezzarci come si deve per quando arriveranno i soldi del recovery, per controllare se verranno spesi per i fini cui sono destinati e se ci sono anomalie o interessi non leciti e che questi soldi servano a migliorare effettivamente l'assetto dell'economia e del lavoro. Si tratta di due voci inscindibili. Se c'è un buon livello del lavoro e dei diritti ad esso collegati, allora ci sarà buona economia. Lo sappiamo già che funziona così. Noi dobbiamo vigilare pur essendo consapevoli che in una fase come questa c'è bisogna di collaborazione tra tutte le forze economiche».