Lavoratori socialmente utili che per anni sono stati in forza agli enti locali e che, però, per l'autorità giudiziaria non meritano di essere stabilizzati. Che abbiano prestato servizio per uno, cinque, dieci o venti anni, non conta. Il solo fatto di essere stati "impiegati" da un qualsiasi Ente, in questo caso la Comunità Montana e il Comune di Cori, per diversi anni, non garantisce loro il diritto ad una stabilizzazione tantomeno al riconoscimento di un risarcimento.

E' un caso finito naturalmente in un'aula di Tribunale quello di quatto Lsu del Comune di Cori che hanno notificato la causa all'Ente, alla Comunità Montana, all'Inps, al Ministero del Lavoro e alla Regione Lazio. Chiedevano di essere finalmente stabilizzati. Le cause sono state rigettate tutte e quattro sul presupposto avanzato dal legale dell'amministrazione comunale guidata da Mauro De Lillis, l'avvocato Francesco Cipolloni, che negli interessi dell'Ente ha sottolineato come la normativa recentemente aggiornata riconosce certamente una tutela speciale agli Lsu, ma solo se viene provato un abuso delle loro mansioni, e anche un loro inserimento concreto nella organizzazione della forza lavoro dell'Ente. Non basta essere stati Lsu per anni per poter aderire alla campagna di stabilizzazione né, tantomeno, per vedersi riconoscere un risarcimento. E i quattro Lsu di Cori avevano avanzato richieste per quasi 500mila euro in forma di retribuzioni mancate.

E dire che le norme dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea che aveva messo lo Stato di fronte alle proprie responsabilità, il pronunciamento più recente della Cassazione che riconosceva il diritto qualora fosse provato il loro inserimento nella pianta organica e l'anno dopo la sentenza della Corte di Giustizia che fissava i parametri per i risarcimenti, le norme ci sono. Ma, come sottolineato dalla difesa del Comune, deve essere provato l'abuso, il ricorso cioè, al contratto di precariato in vece della stabilizzazione. E per provare questo, serve provare di fatto la necessità per l'Ente di quei lavoratori che saranno quindi inseriti nell'organizzazione della macchina amministrativa. In questo caso sembra che non sia stato provato tale abuso e gli enti chiamati in causa non devono versare risarcimenti.