«Apprendiamo con vivo rammarico la recente iniziativa intrapresa dall'Agenzia del Demanio – Direzione Regionale Lazio, inerente gli avvisi di revoca delle concessioni d'uso nonché gli inviti a rilasciare spontaneamente, il bene demaniale denominato "Casa del Combattente" in Latina, notificati alle Associazioni Combattentistiche e d'Arma cittadine, manifestando sconcerto e preoccupazione per il pericolo di veder tramontare uno degli ultimi simboli del legame storico-culturale della città di Latina». Così in una nota Enrico Tiero, vice portavoce regionale di Fratelli d'Italia e Gianluca Di Cocco Portavoce Comunale di Fratelli d'Italia
«Il plesso "Casa del Combattente" originariamente edificato proprio per ospitare le Associazioni Combattentistiche e d'Arma, non costituisce soltanto una realtà architettonica da tutelare, ma è connaturato alla figura del combattente, i cui valori sono custoditi e tramandati proprio dalle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, la cui attività storico-culturale è fortemente radicata nella nostra comunità cittadina. Trattare il bene demaniale in questione, solo come oggetto di proventi economici, fa venire meno l'essenza originaria che ha dato luogo alla sua edificazione ed al proprio valore identitario. Tale improvvida iniziativa, qualora portata a compimento, rappresenterebbe uno "strappo" insanabile con la storia della nostra comunità cittadina, di cui le Associazioni Combattentistiche e d'Arma, negli anni, hanno saputo custodire e tramandare.
Ci facciamo portavoce, nei vari livelli istituzionali, affinché il pericolo di rilascio venga scongiurato a breve termine, interessando i nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli. Inoltre promuoveremo, sia in sede regionale, che nazionale, iniziative finalizzate al trasferimento della "Casa del Combattente" come proprietà esclusiva al Comune di Latina, con specifico vincolo di destinazione, come in passato si è già operato per i beni di derivazione dell'ex Opera Nazionale Combattenti, ivi garantendone la permanenza delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma Cittadine.»