Un cammino che attraversa tutta la provincia di Latina, toccando la costa ma anche l'entroterra, con una componente imprescindibile: i corsi d'acqua del territorio. È questo l'ambizioso progetto realizzato dall'architetto pontino Angela D'Orso, la cui presentazione doveva tenersi lo scorso anno ma che, a causa delle restrizioni dettate dall'emergenza Coronavirus, è stata rimandata a data da destinarsi.

Eppure, oggi, questo progetto torna più attuale che mai, grazie ad un bando della Regione Lazio per lo sviluppo dello slow travel e che potrebbe rappresentare il trampolino di lancio per una realtà innovativa nella provincia. Il progetto è in realtà in cantiere da diverso tempo: l'architetto ha iniziato a lavorarci dopo essere tornata dal Cammino di Santiago di Compostela, esperienza che l'ha portata a pensare che anche la provincia di Latina può avere un proprio percorso, naturalmente costruito sulle caratteristiche del territorio. L'idea è stata quindi presentata al City Brand & Tourism Landscape Award, alla Triennale di Milano, ma ora ha l'occasione di diventare una realtà. Ed è per questo che ora, bando regionale alla mano, l'architetto lancia un appello alle istituzioni: i fondi ci sono e il cammino può essere realizzato.

Ma di cosa si tratta? Il percorso, intitolato "Cammino del Paesaggio delle Acque in Agro Pontino", è un itinerario ciclo pedonale turistico di circa 100 chilometri, che vuole seguire le vie d'acqua sia naturali, ossia fiumi e laghi, che artificiali del territorio, nello specifico il sistema di canali delle Acque Basse, Medie ed Alte, realizzati tramite il prosciugamento delle paludi e la realizzazione di idrovore. Sono percorsi caratterizzati dal sistema di barriere frangivento realizzate con la piantumazione di Eucaliptus, che si muove attraverso un sistema viario (le Migliare) parallelo ai canali confluenti nella via Appia. Il tutto per poter collegare l'entroterra con la costa.

Insomma, "l'infrastruttura" esiste già, bisogna solo metterla a sistema. Ed è qui che si inserisce il progetto dell'architetto, che vuole promuovere un tipo di turismo dettato dai cosiddetti viaggi lenti - lo slow travel per l'appunto - con una forte caratterizzazione green, dove il territorio non viene snaturato. Insomma, un turismo non invasivo e non di massa, ma costante e fatto di viaggi a piedi (anche tramite barefooting, ossia scalzi), in bici o addirittura in canoa. Si tratta, d'altronde, di un approccio al viaggio che gode di un importante pubblico in tutto il mondo e che porterebbe alla realizzazione di zone di sosta e di ristoro, con altre zone attrezzate per il gampling, ossia i campeggi di lusso, all'ombra delle bellezze naturali e architettoniche di un territorio vario e vasto.

Inutile aggiungere che un progetto del genere produrrebbe importanti economie per il territorio, senza contare che grazie alla Regione si potrebbe far leva sul bando che vuole incentivare proprio questo tipo di percorsi, potenziando le guide turistiche iscritte all'albo.