Barry ha trovato una casa e con lui la sezione pontina di Refugees Welcome Italia dà inizio alla sua prima "convivenza".
È un traguardo importante per tutti quello raggiunto dal 21enne che dalla Guinea è giunto a Latina, dove inizialmente è stato inserito nel percorso di prima accoglienza governativa, in un Cas, per poi ottenere asilo e passare al secondo livello di accoglienza, ossia lo Sprar, oggi concluso.

Barry si è dato molto da fare nella sua permanenza pontina. Ha usufruito di un contributo alloggio per affittare un appartamento, che però ha dovuto lasciare a causa dell'emergenza Coronavirus e alla crisi che ha duramente colpito il mondo del lavoro. Il giovane aveva anche deciso di imparare un mestiere, iniziando un corso di parrucchiere professionista, che stava frequentando parallelamente al lavoro che ha trovato. Anche in questo caso, dopo un anno, ha dovuto lasciare, dedicandosi in tutto e per tutto al lavoro.
Insomma, una serie di criticità che, soprattutto con l'emergenza sanitaria attuale, hanno reso veramente complessa la sua integrazione nel territorio. E la sua storia, benché singolare, è comune alla stragrande maggioranza degli stranieri.

Ma ora c'è un nuovo spiraglio e si chiama Refugees Welcome Italia. L'associazione ha infatti messo in contatto il giovane con una famiglia di Maenza, che ora lo ospiterà per il tempo necessario affinché Barry possa riconquistare la sua autonomia.
È proprio questo l'obiettivo di Refugees Welcome, la cui sezione di Latina è nata soltanto lo scorso novembre e che è già riuscita ad avviare la sua prima convivenza. Un obiettivo che racchiude solidarietà e umanità, ma anche - se non soprattutto - molto lavoro. La storia potrebbe essere sintetizzata in questo modo: Barry, che nell'ultimo periodo era ospite a casa di amici, ha conosciuto Refugees Welcome, dove si è presentato e si è sottoposto a delle interviste conoscitive. «Un ragazzo splendido e pieno di risorse» lo descrive il coordinatore Roberto Miccolo, che dopo aver conosciuto Barry ha attinto dal database del sito di Welcome Refugees, dove possono iscriversi sia i rifugiati che le famiglie che vogliono offrire ospitalità, co-housing e molto altro ancora. Qui ha intercettato la disponibilità espressa da una famiglia di Maenza, la quale è stata intervistata proprio come è stato fatto in precedenza con il giovane, così da capire se ci fosse compatibilità. E in questo caso la sintonia è stata confermata: il matching ha dato esito positivo e ora Barry ha una casa.
Ma non finisce qui, perché tra l'associazione, il 21enne e la famiglia è stato accordato un piano di convivenza, un percorso individualizzato per il giovane e per chi lo ospita. Per Barry, che già ha un lavoro, l'obiettivo è quello di stabilizzarsi, mettere da parte qualche risparmio e prendersi una casa. Insomma, diventare autonomo.

Questa, come si è detto, è solo la prima convivenza conclusa, perché in cantiere ce ne sono altre. Ci sono famiglie che si sono iscritte da Minturno, Formia, Sermoneta e anche dal capoluogo, e per le quali verrà ripetuto lo stesso procedimento, sicuramente complesso, ma che oltre all'utilità sociale garantisce un approccio estremamente umano: la convivenza non deve essere uno strumento, bensì un percorso che aiuterà a crescere ospite e ospitante.
«L'obiettivo - prosegue Miccolo - è di concludere almeno cinque convivenze entro fine anno. Inoltre, stiamo per attivare un percorso di mentoring, che vedrà persone, anche in questo caso tramite iscrizione al sito, mettere a disposizione le proprie competenze non per accogliere, ma per supportare i rifugiati, per esempio per imparare la lingua, per aiutarli a conseguire la patente di guida o per sostenerli nei processi burocratici».