Riparte, e questa volta in Tribunale, la battaglia tra gli operatori balneari già assegnatari della concessione e l'amministrazione comunale. Un duello che vede il suo primo round in aula mercoledì prossimo in base al ricorso presentato da dodici titolari di stabilimenti avverso la delibera di Giunta municipale «avente ad oggetto le concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative nel Comune di Latina», di cui si chiede l'annullamento.
I nodi
I motivi alla base del ricorso sono varie illegittimità e viene altresì contestata la lesione di interessi acquisiti da parte degli operatori che attualmente hanno in gestione i tratti di arenile per finalità turistiche. Gli operatori, rappresentati dall'avvocato Claudio Coppacchioli, puntano dunque ad uno stop totale di quanto stabilito dalla Giunta, mentre il Comune, rappresentato dall'avvocato Francesco Cavalcanti, sostiene che la delibera si fonda su precise disposizioni nazionali e comunitarie. Il provvedimento impugnato è la delibera numero 252 del 30 dicembre scorso, contenente l'atto di indirizzo e una sostanziale proroga delle concessioni vigenti fino a tutto il 2020, proroga che scadrà il 30 giugno o comunque alla fine dell'emergenza covid. Si legge nella delibera che la Giunta ha concesso le proroghe di sei mesi in considerazione delle norme nazionali e sovranazionali (in specie la Direttiva Bolkestein).
Il lato economico
Per tale ragione ha preso atto «delle esigenze di rilancio del settore turistico e al fine di contenere i danni, diretti e indiretti, causati dall'emergenza epidemiologica da covid 19», considerando altresì che in quel momento era «inibito il potere di porre in essere procedure di evidenza pubblica per il rilascio o per l'assegnazione delle aree oggetto di concessione»; di qui la proroga «laddove il concessionario abbia manifestato interesse alla prosecuzione dell'attività». Nella stessa delibera, però viene richiamato quanto disposto dall'Unione Europea in materia di concessioni demaniali, la quale, come si sa, impone un affidamento a seguito di gara pubblica sulla migliore offerta.
Le trattative
Gli operatori balneari si erano subito ribellati a quella delibera ed era stato avviato un dialogo definito «costruttivo» con il Comune, quindi si era ipotizzata una soluzione mediata. Invece le imprese di settore hanno deciso di agire per le vie legali, chiedendo l'annullamento della delibera. Un ricorso che, se accolto, potrebbe riservare qualche insidia in quanto quella delibera concede una proroga al 30 giugno e in caso di decisione favorevole agli operatori da parte dei giudici amministrativi si dovrebbe correre ai ripari per stabilire il da farsi non solo di qui al 30 giugno ma anche in seguito. Peraltro, nelle more di questa decisione del Tar peri dodici ricorrenti, altre azioni identiche sono state già notificate al Comune dagli altri concessionari. Di fatto è una battaglia all'ultimo respiro sull'attività economica del lungomare di Latina.
Scenari
Si sa che l'ente sarebbe disposto a varare una ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2021, come emerso in una serie di riunioni con i rappresentanti della categoria. Non si tratta solo di un'esigenza dovuta all'emergenza covid, in base alla quale permane la impossibilità di espletare un nuovo bando di affidamento. E', anche, una questione politica poiché il bubbone stabilimenti balneari «attraversa» il periodo più caldo della campagna elettorale. Su tutto pende, come una grande spada di Damocle, il parere chiesto dall'amministrazione comunale all'Autorità di Garanzia del Mercato e della Concorrenza che, poche settimane prima dell'approvazione della delibera impugnata, ribadì la necessità di indire una gara per la selezione dei concessionari.
E precisò altresì che un mancato bando oltre a violare le norme comunitarie incide sullo sviluppo economico.
Il caso
Stabilimenti, la battaglia sulle concessioni si sposta in Tribunale
Latina - Chiesto l’annullamento della delibera con cui era stata accordata una proroga. Dodici operatori contestano l’illegittimità. Ma è un’operazione insidiosa