Si è chiusa domenica pomeriggio dopo venticinque anni la parentesi che ha visto le Suore Servidoras presenti e attive a Pontinia. Erano rimaste in quattro e facevano funzionare una casa famiglia che in questi venticinque anni ha ospitato decine e decine di fanciulli aiutandoli a riprendersi dalle situazioni critiche da cui provenivano fino ad indirizzarli nella loro vita quotidiana. Il loro addio è arrivato in silenzio e senza polemiche così come è previsto dal voto del loro ordine monastico. La comunità che invece si era abituata ad interagire con loro si chiede come mai la politica non abbia mosso un dito per cercare quantomeno di allungare la loro permanenza. Le strutture in cui alloggiavano non erano infatti proprietà dell'ordine cui appartenevano e i proprietari avevano comunicato con anticipo la scelta di ritornare in possesso degli immobili. Appresa la notizia, con la massima discrezione, loro si sono private anche di cercare aiuto o una soluzione alla situazione che si è quindi compiuta all'insaputa dei più. Da quattordici anni infatti, la comunità di Pontinia si è abituata a convivere con la loro realtà religiosa e la convivenza ha portato a delle sinergie. Nonostante siano suore di clausura infatti, non si sono mai tirate indietro da azioni di interazione con la comunità intorno, specialmente lì dove insorgevano situazioni di bisogno. A Pontinia erano presenti infatti sia nel loro convento "Beata Maria Gabriella dell'Unità" sulla via Migliara, 51, sia nella Casa Famiglia "La Casa del Fanciullo" nei pressi della piazza principale del paese. Durante gli anni, dal 21 giugno 1996, quando si insediarono a Pontinia le prime 6 suore, sono decine le novizie che si sono alternate guidate sa consorelle già formate. Le quattro suore che fino all'ultimo giorno hanno presidiato con la loro presenza le due strutture, sono state trasferite dalla stessa congregazione di cui fanno parte in altre strutture del medesimo ordine.