Il territorio di San Felice Circeo probabilmente ha ancora molto da offrire in termini di scoperte archeologiche. A dimostrarlo, dopo i vari recenti ritrovamenti subacquei (anfore, un'ancora monolitica e così via), la sensazionale scoperta avvenuta all'interno di Grotta Guattari, dove le ricerche sistematiche della Soprintendenza, col particolare interessamento del funzionario archeologo Francesco Di Mario, insieme all'Università degli studi di Roma Tor Vergata, con l'equipe coordinata dal professor Rolfo, hanno consentito di riportare alla luce un gran numero di reperti fossili tra cui quelli attribuibili a nove individui di uomo di Neanderthal. Di questi, come spiegato sabato in una nota diffusa dal ministero della Cultura, otto databili tra i 50mila e i 68mila anni fa e uno, invece, databile tra i 100mila e i 90mila anni fa.
Le sorprese, però, potrebbero non essere ancora finite.
Grotta Guattari rappresenta infatti una vera e propria "banca dati" visto che, sigillatasi circa 50mila anni fa per cause naturali, è rimasta integra sino alla data della scoperta fortuita avvenuta nel 1939. È dunque una grande fonte di indizi utili per ricostruire la fauna e la flora, nonché in parte la vita dell'uomo di Neanderthal, dell'area del Circeo e più in generale della pianura pontina. Basti pensare che nel sito sono stati trovati i resti di un gran numero di animali di cui si cibavano (su alcune ossa è evidente il rosicchiamento) le iene che utilizzavano l'antro come rifugio e deposito di cibo. Tra questi: l'uro, un grande bovino estinto, il cervo nobile, rinoceronti, cervo gigante, orso delle caverne e cavalli selvatici. Inoltre, sono stati isolati alcuni pollini grazie ai quali sarà possibile ricostruire, almeno in parte, la flora e anche il clima dell'epoca grazie a dei dati puntuali. Al lavoro, oltre agli enti già citati, anche Ingv, Cnr/Igag, Università di Pisa, Università di Roma La Sapienza. Anche il Comune di San Felice è in prima linea nel promuovere gli studi su Grotta Guattari ma non solo.
Come hanno ribadito sia il sindaco Giuseppe Schiboni che il delegato ai Beni archeologici Angelo Guattari, restano in piedi importanti progetti che ruotano attorno al patrimonio storico e culturale del paese. Direttamente legata ai reperti neanderthaliani c'è l'intenzione di realizzare un centro di studi internazionale proprio sul Neanderthal, così da rendere ancor più importante il ruolo del Circeo in tale ambito. Si tratta di un progetto di cui si parla da anni, ma l'amministrazione ora ha intenzione di acquistare l'ex hotel per destinarlo a tale scopo. L'ostacolo finanziario è importante, motivo per cui si punta all'ottenimento di finanziamenti europei. Fondi, questi, che l'Ente vorrebbe intercettare anche per un'altra ambiziosa iniziativa: un parco archeologico diffuso. Rappresenterebbe un sistema grazie al quale non solo valorizzare le tante risorse storiche e archeologiche presenti, ad oggi non ancora messe in rete fra loro e solo parzialmente "sfruttate" dal punto di vista dell'attrattività turistica, ma consentirebbe pure di dare ulteriore impulso all'economia locale. E non solo durante l'alta stagione.