Un passo dopo l'altro. Di riapertura in riapertura. Così sta tornando alla normalità la vita degli esercenti. I commercianti che dispongono di spazi esterni hanno ripreso a lavorare in maniera consistente, chi non può usufruire di tavoli all'aperto potrà ripartire a pieno regime dal primo giugno, quando il nuovo decreto riaperture permetterà pranzi, cene, aperitivi e consumazioni anche al chiuso. «La ripresa è partita bene, stiamo lavorando più o meno ad un 80 percento rispetto al periodo pre-Covid. La gente ha cambiato le proprie abitudini, esce prima e frequenta i locali in orari diversi in confronto al passato. Aspettiamo anche che venga eliminato il coprifuoco (dal 21 giugno, mentre dal 7 verrà prorogato a mezzanotte, ndr) per compiere un ulteriore passo verso la normalità - ha sottolineato il vice presidente di Confesercenti, Massimo Ceccarini - Questo però non significa dimenticare il passato perché le perdite subite ed accumulate nel corso dei mesi scorsi pesano parecchio. Abbiamo sofferto e perso tanto, ora la situazione è cambiata ma sulle nostre spalle restano settimane e settimane trascorse senza incassi».
E allora «Non possono essere ignorati 14 mesi che hanno colpito in maniera decisa i pubblici esercizi - ha aggiunto Ceccarini - I numeri parlano chiaro: bisogna salvare alcune tipologie di attività e va tesa una mano a una determinata categoria di esercenti, per esempio coloro che possono sfruttare soltanto spazi al chiuso e che, di conseguenza, ancora non sono potuti ripartire come chi, invece, può sfruttare luoghi all'aperto. Il primo giugno è ormai vicino, ma non si possono chiudere gli occhi su quello che è accaduto nei mesi precedenti. I problemi ce li portiamo inevitabilmente dietro: vanno bene i sostegni, li aspettiamo anche se rappresentato soltanto una minima percentuale delle perdite accumulate, ma ora c'è bisogno che la politica locale stia attenta a non aumentare ulteriormente il sistema di tassazione».
Il vice presidente di Confesercenti va dritto al punto: «Il Comune in questo momento non deve pensare in ottica futura, ma deve concentrarsi sul presente, non servono le parole ma i fatti, non c'è bisogno della dietrologia e neanche di un progetto per il lungo termine. Ci tengo a ricordare che il 31 dicembre il Consiglio comunale aveva aumentato del 100 percento la tassa sull'occupazione del suolo pubblico, obbligando gli esercenti a pagare le strisce blu, e mi preme sottolineare come soltanto dopo le nostre rimostranze è stato fatto un passo indietro dall'amministrazione: si è arrivati all'abbattimento del 90 percento dell'imposta e così ci è rimasto da pagare un 10 percento. Ma non ci riteniamo comunque soddisfatti perché la nostra posizione resta contraria: ci aspettiamo che vengano eliminato anche il rimanente 10 percento. Non capiamo perché mentre negli anni passati non sono mai stati imposti aumenti adesso che siamo in un periodo storico particolare hanno cambiato la tipologia della tassazione. Un ulteriore punto da rivedere resta il termine temporale indicato dal Comune: a piazza del Popolo intendono procedere anno per anno e a noi non sta bene, vogliamo la pluriennalità per evitare che ogni 12 mesi si corra il rischio di vedersi applicare ulteriori aumenti. Desideriamo che venga trovata una soluzione che abbia come punto fondamentale l'analisi della situazione attuale e del periodo storico in cui stiamo vivendo - ha continuato Massimo Ceccarini - Dal punto di vista della piena ripresa siamo ottimisti perché ormai è chiaro come vaccini ci tireranno fuori dalla pandemia, ma questo non significa che gli esercenti possano permettersi di pagare le tasse in anticipo come paventato a dicembre dal Comune. Vorremmo che l'amministrazione prendesse da sé decisioni sensate in relazione a questo periodo storico senza che ogni volta si renda necessario un nostro intervento per chiedere alla politica di tornare sui propri passi - ha concluso il vice presidente di Confesercenti - nel rispetto del buon senso e di una realtà che non può essere ignorata».