Gli articoli 58 e 59 del Decreto Sostegni bis (D.L. n. 73/2021), che trattano nello specifico delle misure urgenti per la scuola, non corrispondono per buona parte agli annunci di risoluzione dei problemi inerenti il settore dell'istruzione, tantomeno alle aspettative di quanti aspirano a lavorare o già lavorano nel comparto scuola. Per questo motivo la Gilda Insegnanti di Latina ha collaborato alla predisposizione di proposte ed emendamenti da presentare al più presto al Governo per correggere le storture presenti nei due articoli del Decreto.

«L'articolo 59 in particolare, che dispone un piano straordinario per il reclutamento del personale docente, presenta profili di incostituzionalità» afferma la coordinatrice del sindacato pontino, Patrizia Giovannini. «E' giusto procedere celermente alla stabilizzazione dei precari, ma le modalità seguite per snellire e semplificare i prossimi concorsi - spiega la segretaria della Gilda - sono inique. Vengono infatti apportate delle modifiche ai bandi di concorso e alle prove scritte di valutazione senza che ciò comporti la riapertura dei termini per la presentazione delle istanze, a scapito degli aspiranti che hanno partecipato al bando del 2020 attenendosi alle indicazioni dettate dallo stesso».

In sostanza, vengono smentite le regole per i concorsi ordinari banditi nel 2020 laddove «la prova scritta - continua a spiegare Giovannini - da didattico-disciplinare diventa unica e "a quiz" disciplinari ovvero orientati a valutare i candidati sui contenuti inerenti le discipline di insegnamento, come si trattasse di un esame finale universitario. Così gli iscritti al concorso 2020 che si sono già preparati secondo le linee specifiche del bando dello scorso anno, si ritrovano ora a dover rivedere la loro preparazione. Inoltre, secondo le nuove disposizioni, chi non supererà le prove non potrà presentare domanda di partecipazione alla procedura concorsuale successiva. Per il momento i nuovi concorsi veloci riguardano le materie scientifiche STEM, ma le misure di semplificazione potrebbero essere applicate già da settembre a tutte le classi di concorso».

Attraverso gli emendamenti la Gilda chiede di prevedere prove volte all'accertamento delle competenze non solo disciplinari, ma anche didattico-metodologiche e che si cancelli il veto posto alla partecipazione ai prossimi concorsi di coloro che per motivi diversi non abbiano superato le prove concorsuali. «Il piano di assunzioni così previsto non risolverà comunque i problemi del precariato e delle classi pollaio - sottolinea la coordinatrice Giovannini - visto che dei 230mila precari da assumere solo un quinto sarà stabilizzato».

La Gilda è dunque in procinto di presentare una proposta di reclutamento che non leda i diritti già acquisiti, ma allo stesso tempo porti alla riduzione del precariato a partire dalla formazione universitaria. «Gli articoli 58 e 59 - conclude la sindacalista - confermano la volontà di privilegiare la semplificazione amministrativa a scapito della qualità e della professionalità della docenza; si mantiene a una dimensione patologica la precarietà; in sintesi, ci si mette una toppa, ma di quelle peggiori del buco».