Di chi sarà il più bel progetto per il recupero dell'ex carcere di Santo Stefano? E' partito il concorso per stabilirlo e non è solo una gara per idee architettoniche, bensì una partita più ampia che afferisce il simbolo di santa Stefano e i molti simboli che si porta dietro. Il 10 giugno scorso è stata infatti una giornata decisiva per il recupero e la funzionalizzazione dell'ex reclusorio. Come si sa, in circa un anno il Tavolo Istituzionale Permanente presieduto dalla Commissaria di Governo Silvia Costa ha approvato il concorso progetto per un investimento complessivo di euro 41, 8 milioni di euro. A breve ci sarà la gara. Sono stati istituiti 6 premi concorso pari a euro 426mila euro.

«Tutto ciò - dice l'assessore all'ambiente del Comune di Ventotene Francesco Carta che ha una delega specifica su Santo Stefano - è finalizzato ad ottenere le migliori idee sotto il profilo architettonico, storico, culturale e naturalistico per recuperare il bene e l'isola di Santo Stefano. In particolare dal concorso dovranno emergere idee per la realizzazione delle infrastrutture per la produzione/approvvigionamento di energia elettrica, per la produzione/approvvigionamento di acqua potabile, per l'approvvigionamento di combustibile (laddove necessario), per la depurazione e scarico delle acque reflue, per la realizzazione delle infrastrutture per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti da conferire ai centri di riciclaggio/smaltimento». Un occhio al lato green, come impone la svolta sostenibile che dovrà accompagnare d'ora in poi tutte le opere pubbliche nuove in Europa.

Il recupero di Santo Stefano si ispirerà a quattro grandi principi che assieme alla storia del confino politico convergono su di una visione integrata dell'Europa possibile. Il primo è quello che mette al centro dell'attenzione i diritti umani: libertà, di azione e di pensiero critico, la dignità umana, lo Stato di diritto, la solidarietà, la giustizia, la cooperazione internazionale. Così come le ombre e le ambiguità che percorrono la storia della concezione della pena tra riparazione e riabilitazione che ha accompagnato l'istituzione carceraria. E' un punto ineludibile per il significato che ha quel luogo in Europa e in Italia. La seconda linea cardine dei progetti riguarda la Storia intesa come «coesistenza di presente e di memoria».

«Ci troviamo di fronte ad un ecosistema complesso; - aggiunge l'assessore Carta - la Storia insieme di luoghi e civiltà millenarie, custodia di un patrimonio inestimabile e sfida ineludibile per un futuro di sostenibilità ambientale. Una lettura ispirata dalla visione di lungo respiro di Fernand Braudel e dalle sfide sociali, demografiche, naturalistiche contemporanee». Ma c'è altresì un tema che riguarda la sostenibilità in un'area preziosa e fragile, sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale ed economica. Per questo si è pensato dall'inizio all'utilizzo di materiali e tecnologie sostenibili con «contenimento dei consumi energetici e idrici, delle emissioni di CO2, dei rifiuti, dell'inquinamento acustico e luminoso (illuminazione temporizzata per ridurre l'impatto sull'avifauna), raccolta, utilizzo e riciclo delle acque piovane, utilizzo di fonti di energia rinnovabili, conservazione e tutela della biodiversità».
«Poco più di un anno fa questi risultati sembravano lontani - conclude l'assessore - se non addirittura a rischio ed è per questo che ringrazio la Commissaria Silvia Costa e il suo staff, il personale e l'Amministrazione tutta del Comune di Ventotene e dell'Area Marina Protetta, Invitalia, l'Agenzia del Demanio, il Ministero dei Beni Culturali e della Transizione Ecologica, la Regione Lazio per ciò che si è riusciti a fare».