«Pagate il giusto e vedrete quanti camerieri si presenteranno per accettare il lavoro», «Mio figlio ha fatto il bagnino, pagato 30 euro al giorno per 12 ore ogni giorno e non poteva nemmeno fermarsi per mangiare un panino», «Se non fosse per la cassa integrazione covid molti accetterebbero di lavorare per portare il pane a casa, come accadeva negli anni passati». Un fiume di reazioni e commenti di singoli cittadini, associazioni e persino tecnici ha fatto seguito in poche ore al comunicato di una delle molte associazioni datoriali che lamentano la difficoltà quest'anno di trovare personale specializzato, ossia camerieri, barman, cuochi, bagnini.

Dunque quello che negli anni passati poteva accadere a colpi di comunicati stampa è successo sui social e così una nota del responsabile pubblici esercizi dell'associazione di rappresentanza delle piccole imprese Claai è diventata la cartina di tornasole dello stato di salute di un intero settore, quello del turismo. Il documento era firmato da Italo Di Cocco, imprenditore tra i più noti del comparto a Latina e già ai vertici di Confcommercio per molti anni. Un'uscita fatta certamente con le migliori intenzioni, ossia fornire il quadro di cosa sorta succedendo nel settore che più tardi degli altri ha potuto riprendere l'attività, di fatto riaprire al pubblico.

Solo che le affermazioni fatte da Di Cocco piombano su una situazione che era già esplosiva da tempo, da prima della pandemia e delle lunghe chiusure dei pubblici esercizi. Un esercito di precari, stagionali, occupati in nero e falsi part time negli ultimi giorni sta reagendo con rabbia alle affermazioni sulla cosiddetta carenza di personale nel settore turistico «a causa del reddito di cittadinanza e/o della cassa integrazione covid» il cui ammontare sarebbe più alto dei compensi proposti dai gestori dei locali e degli stabilimenti. Ogni reazione è una storia e, al fondo, quelle storie sono tutte uguali. A latere sta emergendo dell'altro: la richiesta pressante di maggiori controlli per esempio, per avere il polso reale degli orari di lavoro, delle pause e delle buste paga. E poi c'è il ruolo degli Uffici regionali del lavoro (gli ex uffici del Collocamento) che con la stessa riforma che ha introdotto il reddito di cittadinanza avrebbero dovuto trasformarsi nell0unica cerniera esistente tra domanda e offerta di lavoro. Invece ad oggi nessuno è in grado di dire quante sono le domande di figure specializzate per il comparto turistico pervenute agli Uffici del lavoro, nemmeno gli Uffici medesimi.