Anche ad Aprilia parte la raccolta firme per chiedere un referendum per abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l'introduzione dell'Eutanasia legale in Italia. Ieri nel centro storico è stato allestito uno stand per raccogliere le adesioni, un gazebo che verrà replicato anche oggi dalle ore 9 alle 13 sempre in piazza Roma, per poi replicare domenica 11-18 e 25 luglio. Il gazebo sarà invece attivo (sempre dalle 9 alle 13) sabato 10, 17, 24 e 31 luglio in via Scarlatti vicino al mercato americano. A raccogliere le firme, cercando di sensibilizzare la cittadinanza sul tema, sono stati l'avvocato Amedeo di Segni e Ilaria Maughelli. «Con il quesito ci proponiamo - dice l'avvocato Di Segni - una cosa semplice: che quando ci avvicineremo alla morte, se questo dovesse avvenire in maniera doloroso e se lo desideriamo, si possa chiedere a un medico di aiutarci a morire senza soffrire. Questo non vuol dire obbligare a spingere a morire chi non ne abbia voglia, ma dare dignità e legalità a chi vuole farlo spontaneamente perché sta male».

Il quesito referendario chiede l'abrogazione di alcuni commi dell'art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente); in Italia infatti l'omicidio del consenziente non è altro che una fattispecie speciale (rispetto a quello di portata generale di cui all'art. 575 cp sull'omicidio) volta a reprimere anche, ma non solo, la pratica dell'eutanasia. Con questo intervento referendario l'eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della Consulta sul "caso Cappato", ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni.