Nel progetto Pinqua per i quartieri Toscanini-Primo l'ostacolo più insidioso, quello che preoccupa la cittadinanza, è rappresentato dalla riqualificazione dell'ex Freddindustria. Una riqualificazione che non è prevista nel piano degli interventi pubblici che verranno realizzati con i 15 milioni di euro di finanziamento ma è collegata al progetto tramite la manifestazione di interesse presentata dalla società Aprilia 2012, proprietaria dei capannoni dismessi, che ha rilanciato il piano di demolizione e risanamento dell'area (con cambio di destinazione d'uso) tramite la costruzione di un mega quartiere, modificando il piano integrato che tra il 2016 e il 2018 si arenò in commissione Urbanistica tra i dubbi della maggioranza Terra. Oggi quel piano viene ripresentato in forma diversa, ma da una prima lettura anziché essere più "accattivante" appare più impattante della proposta avanzata dall'allora assessore Franco Gabriele. A dirlo sono alcuni elementi forniti dal delegato all'Urbanistica, Omar Ruberti, che in un'intervista a un periodico locale ha parlato di un piano da 215 mila metri cubi e di spazi per le attività commerciali, senza però specificare se le zone commerciali siano comprese tra quei 215 mila mc ma facendo poi riferimento alle «cubature di cui è già in possesso la proprietà», che ad oggi comunque non sono residenziali. Insomma, l'impressione è che il piano possa essere nella migliore ipotesi pari o addirittura superiore ai 220 mila metri cubi ai quali era arrivata la trattativa condotta dall'amministrazione civica. «L'ultima proposta - ricorda l'ex vice sindaco Gabriele - che portammo in commissione riguardava un piano integrato da 185 mila metri cubi e 35 mila mc di commerciali, contro l'iniziale richiesta della proprietà di 270 mila mc.

E tramite la delibera di giunta per l'interesse pubblico, che definiva le regole delle compensazioni, la società avrebbe versato 6 milioni di euro e realizzato a proprie spese un bosco urbano, una pista ciclabile e un parco di quattro ettari. Il bosco non è un'idea del Comune, è un'idea del privato che ora verrà realizzata dal Comune». Come spiegato sempre da Ruberti nell'intervista il bosco urbano sarà a carico dell'amministrazione, mentre Gabriele sottolinea come nella vecchia bozza l'opera fosse una competenza della società. Una scelta che fa sorgere una domanda: se è stata tolta questa incombenza alla proprietà perché non è stato possibile trattare per abbassare i volumi edificatori del piano? Va poi ricordato che il vecchio progetto prevedeva opere di compensazione per 6 milioni di euro da utilizzare per costruire la nuova scuola Gramsci, mentre ora la scelta è realizzare con quelle somme il nuovo stadio in viale Europa in cambio di nuove palazzine (e altre cubature) sulle ceneri delle tribune dell'attuale Quinto Ricci. «L'impostazione sull'ex Freddindustria è stata sempre quella di lavorare sulle cubature già esistenti, senza dare altre concessioni, infatti nell'area ci sono 240 mila mc di capannoni. Quel progetto - continua Gabriele - venne presentato e modificato 3 volte nel corso di una trattativa, proprio perché avevo avuto quel tipo di indicazione dalla maggioranza che poi non ebbe il coraggio di chiudere la questione in Consiglio per via delle imminenti elezioni».

E un altro elemento "peggiorativo" rispetto al passato è la minor condivisione pubblica della proposta, che venne analizzato e modificato in quattro sedute della commissione Urbanistica e innumerevoli riunioni di maggioranza: al momento invece del piano di riqualificazione della Freddindustria (non del Pinqua per la zona Toscanini) la cittadinanza sa poco o nulla, salvo quello che hanno voluto spiegare il sindaco e l'assessore Ruberti nelle interviste rilasciate. Una scarsa comunicazione che alimenta i timori dei cittadini, preoccupati di trovarsi di fronte a una colata di cemento che con l'arrivo di 1500 abitanti in una zona già popolissima (nella relazione del Pinqua il Comune parla di 15 mila abitanti tra Toscanini e quartiere Primo) rischia di peggiorare la situazione dal punto di vista della viabilità, acustico e ambientale. «Credo che la vicenda Freddindustria vada scollegata dal Pinqua e analizzata a parte, perché quel progetto è la porta della zona Toscanini. Tra l'altro si trova oltre la terza circonvallazione della città, in pratica un nuovo quartiere che si sta formando adesso con infrastrutture carenti. In questo senso - continua Gabriele - il finanziamento del Pinqua forse arriva in un momento sbagliato, perché la città non ha le basi per supportare l'enorme investimento. Il discorso è diverso in periferia dove questi strumenti possono servire per la riqualificazione, ma anche lì ci sono i piani particolareggiati che porteranno altri 2 milioni di metri cubi di edificato. I finanziamenti vanno sempre bene, ma poi bisogna sapere che le fogne non funzionano e ci sono problemi con il depuratore. Perciò bisogna prima pianificare le infrastrutture».