I dubbi e le critiche del coordinamento dei quartieri sui progetti privati collegati al piano Pinqua si scontra contro la volontà ferrea del Comune di portare avanti la riqualificazione dell'ex Freddindustria e la progettazione del nuovo stadio. Ieri nell'aula consiliare si è svolto l'incontro tra l'amministrazione comunale e i 16 comitati che hanno presentato le osservazioni per chiedere modifiche al piano "Connessioni Verdi Urbane", uno dei tre progetti del Comune finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e quello meglio piazzato in graduatoria. Osservazioni che chiedono in sostanza l'esclusione delle proposte private dal progetto complessivo, che prevede interventi sulle opere pubbliche per 15 milioni di euro. «Abbiamo - ha detto Fabrizio Di Leonardo - notato che sull'albo pretorio parte della documentazione era tagliata, perciò è stato impossibile analizzare compiutamente tutte le carte. E ci dispiace aver notato una reazione nervosa degli amministratori. Siamo preoccupati per il futuro della città, data la progettualità di molteplici nuovi palazzi con notevole sviluppo verticale ed eccessivo consumo di suolo. Lo sviluppo verticale non può essere considerato esente da impatto ambientale. Inoltre crediamo che l'idea di un parco lineare sia molto bella, peccato che il fosso della Ficoccia oggi sia insalubre e nauseabondo, prima va bonificato». Un'opinione condivisa da Sonia Picozzi, l'altra relatrice per il coordinamento. «Ci preoccupa l'idea di realizzare due torri di 15 piani, quale sarà l'impatto sul quartiere? Non crediamo che si possa bonificare realizzando altro cemento».
Di contro il Comune, intervenuto al confronto con l'assessore all'Urbanistica Omar Ruberti, il dirigente Paolo Ferraro e i tecnici Paolo Di Cesare e Alessandra Scaraggi da un lato si è mostrato disponibile a recepire alcune modifiche dei comitati, opponendosi però fermamente alla possibilità di stralciare i piani privati. Sull'ex Freddindustria dunque si andrà avanti, per evitare nuove battaglie legali. «Chiariamo un punto: sull'ex Freddindustria è pendente al Consiglio di Stato un ricorso della proprietà - ha detto Ruberti - relativamente all'applicazione del vecchio Piano Casa approvato dalla giunta Polverini e qualora il procedimento si concludesse positivamente la proprietà potrebbe portare la cubatura 300 mila metri cubi. Nella scorsa consiliatura c'è stato lungo dibattito sul futuro dell'area, che è arrivata a mediare una cubatura generale tra commerciale e residenziale di circa 208 mila metri mc. Quello che va chiarito è: il privato in quell'area cosa può realizzare? Stiamo lavorando perché ci sono elementi del passato, relativi agli anni ‘70, che sono oggetto di approfondimento».
Anche sul progetto dello stadio (demolizione delle tribune del Quinto Ricci per realizzare delle palazzine e spostamento del nuovo stadio nella zona 167) il Comune intende accettare piccoli suggerimenti, senza però stravolgere il senso del piano. «Forse la colpa di questo Pinqua è che non abbiamo mirato solo a spendere i soldi per riqualificare le aree pubbliche, come sta facendo Latina, ma abbiamo deciso di intervenire sa una vera rigenerazione urbana di un quadrante della città. Ciò - dice Ruberti - può essere oggetto di attacchi, ma crediamo sia utile. Gli attacchi arrivano per vari motivi: interessi economici, scuole di progettazioni differenti. Per quanto riguarda le palazzine al posto dello stadio proveremo a intervenire per far abbassare il numero dei piani e dunque l'altezza, ma lo spostamento dello stadio nasce dall'esigenza di liberarci di una tribuna che non è a norma, che tra l'altro è più alta dell'intervento edilizio pianificato. E il trasferimento dello stadio è una vecchia idea per migliorare la zona sotto il profilo logistico. Complessivamente però il Pinqua aumenta le superfici sportive, sono questi i dati ci hanno permesso di arrivare in una posizione elevata dalla graduatoria».