Chi diserta il confronto democratico, la partecipazione, l'invito a proporsi e a dibattere ha sempre torto. E Vincenzo Zaccheo non ha capito che non partecipare a un dialogo con il suo avversario dalla tribuna istituzionale del Tg3 Lazio poteva essere l'occasione per chiarire il tanto ‘non detto' della sua campagna elettorale.
E non ha compreso che nessun tipo di vantaggio su Coletta guadagnato in termini di voti, anche quello che ha accumulato e che non gli è bastato per sfondare il tetto del primo turno, lo affranca da quella zona grigia nella quale stagnano tutte le risposte che non ha dato proponendosi come sindaco di Latina a undici anni dalla fine della sua precedente esperienza. Perché il legittimo timore che la città torni indietro a un governo debole immerso nel clima di ricatti tra partiti che mal si tollerano al punto di essersi scontrati per mesi per scegliere un candidato, è talmente forte da far pensare che l'ingovernabilità sarà il mantra e il maggiore rischio della prossima consiliatura, sia nel caso di vittoria di Coletta, con una maggioranza di centrodestra già fissata e decisa dalle urne, sia di Zaccheo, considerati i precedenti e i candidati eletti in consiglio comunale.

Sono tante le risposte mancate e gli imbarazzi nascosti sotto il tappeto in questa campagna elettorale del centrodestra, e la chiarezza, la coerenza e la responsabilità politica che necessariamente vanno legate a un nuovo progetto, avrebbero imposto di definirle tutte mandando un messaggio inequivocabile sia ai propri elettori sia a chi non ha votato, soprattutto dopo il primo turno. Come pensa Zaccheo di governare con chi l'ha sfiduciato 11 anni fa e dopo quel video di Striscia La Notizia che anche per i tribunali era stato costruito artatamente? Non pensa che per proporre un nuovo corso avrebbe dovuto rivisitare le liste a suo sostegno, in molti casi copie sbiadite, tranne quella nuova di "Latina nel cuore", di quelle di dieci anni fa? Oggi firmerebbe di nuovo la convenzione con Ipogeo per il cimitero e difenderebbe quella scelta? E' sicuro, se sarà eletto sindaco, di avere una maggioranza coesa quando alcuni big della Lega non hanno fatto niente per nascondere i mal di pancia verso questa candidatura e addirittura anche sui social media dicevano di fare la loro campagna elettorale e che poi gli elettori avrebbero scelto il sindaco che volevano? Come intenderà gestire, a questo punto, il rapporto e le richieste del partito di Salvini? Che città vuole costruire con le ingenti risorse del Pnrr? Come intende porsi rispetto alle operazioni spericolate che hanno portato al blocco dell'urbanistica e di una materia così intricata su cui gli interessi si sono cristallizzati, a prescindere dall'incapacità di Lbc a dirimerla? Come intende affrontare la questione morale che molti gli rinfacciano relativa ad inchieste che hanno coinvolto il centrodestra, consapevole che saranno punti richiamati ad ogni errore, ad ogni passo falso, ad ogni tentennamento?

«Nel 2010 si sono spente le luci, noi scendiamo in campo per dare servizi al cittadino, per riportare Latina a splendere come quando in passato era la città degli alpini, del concerto di Vasco Rossi, degli eventi con Tiziano Ferro, Ennio Morricone, delle notti bianche, erano gli anni in cui questa città era dinamica, intercettava risorse, viveva sui perni di cultura e università». Parole di Vincenzo Zaccheo che hanno un sapore nostalgico e a cui manca sempre un tassello fondamentale: può bastare citare esempi di crescita della città o eventi di un passato lontano per nascondere il ‘non detto' senza riconoscere al contempo gli errori, i buchi neri, i debiti, le nomine dubbie, le partecipate fallite, le proroghe infinite, in una parole le tante omissioni e consapevoli azioni di cui ancora la città reca le tracce? Ci vorrebbero risposte chiare e l'onestà intellettuale di dire e spiegare, a costo di perdere qualche voto, quale tipo di città vorrà rappresentare Zaccheo insieme al centrodestra. In molti non l'hanno ancora capito.