«Ero convinto che l'attesa avrebbe premiato la mia speranza di ritrovare nella routine quotidiana del lavoro il senso di giustizia che credevo smarrito, ma la sentenza dell'altro ieri sul cosiddetto Caso Morbella mi ha lasciato interdetto e disorientato. Soprattutto mi ha colpito una frase del giudice citata nella sentenza, quella della diligenza del buon padre di famiglia, qualità che si richiede nell'adempimento del proprio incarico professionale. E' quello che mio padre ha sempre cercato di farmi capire quando ero ancora un ragazzo e mi trovavo di fronte a una scelta: "Valuta la cosa come se fossi un buon padre di famiglia" mi diceva.
E adesso una domanda non mi dà pace: nelle azioni del consiglio di amministrazione del Consorzio Operatori Morbella presieduto da Salvatore Centola, quel principio è stato seguito?»
Fabio Marasca, amministratore del supermercato Conad che si trova al Centro Morbella, non fa mistero della sua indignazione chiedendosi se davvero negli ultimi due anni, insieme a una moltitudine di altri imprenditori che gestiscono le rispettive attività all'interno del centro commerciale di via Picasso, sia stato così prevenuto da considerare sbagliato, a volte al limite del lecito, il comportamento del presidente del Consorzio Morbella. E si domanda se essere estromessi con l'astuzia e la prevaricazione dal diritto di voto in assemblea sia un esempio della diligenza del buon padre di famiglia; se mettere in difficoltà degli imprenditori e minacciare la sopravvivenza delle loro attività sia un altro esempio di quella diligenza; se comminare una multa milionaria a fronte della contestazione di una occupazione abusiva relativa allo scarico merci a servizio di un'impresa commerciale e senza la quale una media e una grande struttura di vendita non potrebbero esistere, sia anche quella una manifestazione della diligenza del buon padre di famiglia.