Il caporalato e l'inclusione dentro un'app in cinque lingue e forse è la volta buona per l'agricoltura pontina. E' un'iniziativa messa in campo dalla Fislas di Latina, perfezionata dopo un anno di rivisitazioni per raggiungere un obiettivo riassunto nel logo del progetto «Laborat» raffigurato nell'icona del globo abbracciato simbolicamente da un gruppo di persone. L'incontro tra aziende e lavoratori. Ognuno con i propri bisogni e problemi. Dunque riparte dalla tecnologia un programma che potrebbe finalmente lasciarsi alle spalle la piaga dello sfruttamento del lavoro nel settore agricolo della provincia di Latina.
L'applicazione è stata presentata ieri nel corso di una conferenza stampa cui ha preso parte Mauro D'Arcangeli, presidente dell'organismo paritetico Fislas, di cui fanno parte Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Cgil, Cisl e Uil, e Stefania Recchia della Mirus srl, la società che ha sviluppato l'applicazione disponibile per i sistemi Ios e Android in cinque lingue (italiano, inglese, francese, punjabi e arabo).
Cosa contiene? Notizie relative al progetto Laborat cui possono accedere i cittadini di Paesi terzi che vogliono lavorare con aziende pontine e che in questo modo possono scoprire servizi, diritti, regole, formazione, orientamento. L'app è rivolta ovviamente anche alle imprese del settore che possono scaricarla per restare informati sulle iniziative di «Laborat», tra cui il procedimento per avere il marchio «caporalato free» che viene riconosciuto alle imprese che intraprendono un percorso di integrazione dei lavoratori e rispetto dei diritti. L'applicazione verrà promossa tra i lavoratori e le imprese attraverso una campagna social e geolocalizzata per zone e target di interesse, per esempio nelle regioni dell'India e tra le aziende associate ai partners di Fislas.